Coronavirus Roma, per la spesa, incognita sui tempi: seimila richieste al giorno per ricevere i buoni pasto

Coronavirus Roma, per la spesa, incognita sui tempi: seimila richieste al giorno per ricevere i buoni pasto
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 2 Aprile 2020, 11:02

Oltre 6mila richieste arrivate ai municipi in 24 ore, primi intoppi con la procedura online (ma il Campidoglio assicura di avere risolto il bug) e un’incognita: i tempi per la distribuzione effettiva dei buoni pasto alle famiglie in crisi. In Comune si è messa in moto la macchina che dovrà assistere i romani che hanno perso il lavoro o si sono visti azzerare il reddito da un giorno all’altro, causa Covid. Palazzo Senatorio è chiamato a gestire una torta di 23 milioni di euro (15 del governo, 8 della Regione). Tutta la trafila per chiedere il sussidio si può sbrigare online, per evitare assembramenti nei municipi. Il modulo è sul sito web dell’amministrazione da martedì sera (www.comune.roma.it). Dopo una giornata, il numero di domande medio arrivato in ciascun municipio era di circa 400 mail, oltre 6mila in totale. 

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Al debutto, la procedura si è ingolfata in diversi territori. In 5 municipi le mail con i moduli di richiesta tornavano indietro. «The message is undeliverable», il messaggio non è inviabile è la risposta nella posta in arrivo che ha trovato per esempio un cittadino che si era rivolto al Municipio V (Torpignattara-Casilino). Ieri sera è arrivato un chiarimento dall’assessore al Sociale, Veronica Mammì, che sta guidando la task-force degli aiuti su Roma: «Abbiamo raccolto segnalazioni di difficoltà a far arrivare le mail ad alcuni municipi, ora il problema tecnico è risolto. Sul sito di Roma Capitale trovate gli indirizzi aggiornati». Chi non ha un computer, poi, potrà rivolgersi ad associazioni di volontariato ma anche alle parrocchie. 

Quando arriveranno materialmente i primi aiuti? L’assessore Mammì ieri spiegava: «A mano a mano che i municipi lavoreranno le domande e le invieranno al dipartimento di Roma Capitale, inizieremo a distribuire i buoni». Ma una data non c’è. In Comune sperano che i primi beneficiari possano vedersi recapitare a casa (tramite volontari, uomini della Protezione civile o vigili urbani) i blocchetti dei buoni pasto «nei prossimi giorni». Ma nessuno azzarda una previsione esatta. Le circoscrizioni sono preoccupate per la mole di richieste e per i pochi dipendenti operativi (l’80% degli amministrativi è in ferie o lavora da casa). Monica Lozzi, minisindaca del VII (Appio-Tuscolano): «Stiamo pensando di richiamare gli impiegati. Il lavoro da fare è tanto: alcune domande poi sono incomplete». Oltre 400 mail sono arrivate al III Municipio (Montesacro-Settebagni). Spiega l’assessora al Sociale, Maria Concetta Romano: «Il bando del Comune dice che le domande devono arrivare entro il 16 aprile. Quindi solo dopo quella data riusciremo a far partire gli aiuti. Non è colpa nostra, è il bando che è stato formulato in questo modo». Se così fosse, sarebbe tardi: chi si ritrova col reddito a zero, non può certo aspettare due settimane senza spesa. Dal Campidoglio però assicurano che i tempi saranno più rapidi.
La sindaca Raggi è intervenuta ieri pomeriggio: «Ci stanno arrivando migliaia di domande - ha detto - sto mettendo su una task force per lavorarle velocemente, valutare le richieste e mettere il pagamento in lavorazione». Il Comune, ha aggiunto Raggi, «sta valutando la possibilità dell’accredito sul conto corrente: non appena sarà possibile procederemo». La sindaca ha aperto poi alla possibilità di concedere il benefit a chi incassa il reddito di cittadinanza, ipotesi invece esclusa dalla Regione. «Inviateci le domande e valuteremo».
 
In questa fase difficile la linea del Comune è: mandare subito i contributi, poi scatteranno i controlli sulle autocertificazioni, dove bisogna menzionare «di non avere disponibilità economiche su conti correnti bancari o postali sufficienti per l’acquisto di beni di prima necessità». Non c’è un importo minimo, ma da Palazzo Senatorio spiegano che saranno avviate verifiche con altri enti pubblici e con il catasto. C’è l’ipotesi di controlli con l’Agenzia delle Entrate. Nel Pd intanto c’è chi polemizza sulla lista di negozi e supermercati pubblicata dal Campidoglio per chiarire dove si possono usare i buoni pasto: «Nell’elenco - dice il dem Julian Colabello - ci sono anche ristoranti di sushi».

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