Coronavirus, San Raffaele, primo blitz dei Nas nella Asl: s’indaga sui tamponi ai pazienti

Coronavirus, San Raffaele, primo blitz dei Nas nella Asl: s’indaga sui tamponi ai pazienti
di Michela Allegri
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Giovedì 11 Giugno 2020, 10:04

Altri 15 positivi nelle ultime ventiquattro ore, e i casi accertati di coronavirus collegati al focolaio all’Irccs San Raffale Pisana raggiungono quota 70. Adesso scatta l’inchiesta della procura, che ha delegato i Nas a effettuare un’ispezione nella struttura. I militari hanno già acquisito documentazione relativa alla clinica all’interno della Asl Roma 3: cartelle cliniche, accessi, certificati di dimissioni, visite dei parenti.

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Le verifiche puntano a stabilire se siano state rispettate le normative anti-contagio e, soprattutto, se siano stati osservati i protocolli in ingresso e in uscita, in particolare per quanto riguarda test sierologici e tamponi per isolare casi sospetti. Nei prossimi giorni, invece, verrà effettuata un’ispezione mirata all’interno della struttura, che attualmente è isolata attraverso il cordone sanitario disposto dalla Regione Lazio: nessuno entra e nessuno esce senza l’autorizzazione della Asl. Intanto il contagio è arrivato anche in provincia di Rieti, dove la Asl ha registrato 8 positività riconducibili a quel cluster, a Guidonia, dove un anziano che era ricoverato nella struttura ha contagiato tutta la famiglia, e al policlinico Umberto I di Roma, dove sono risultati affetti dal virus un infermiere e un paziente.
 
Nel mirino degli inquirenti ci sono eventuali falle nella catena dei controlli su degenti e operatori. Ed è proprio su questo punto che i Nas stanno cercando di fare chiarezza studiando la documentazione medica già acquisita. Il passo successivo, dopo avere individuato l’anello debole della catena dei controlli, potrebbe essere ascoltare testimoni e familiari dei degenti. Anche la Regione sta facendo accertamenti con un audit interno, per stabilire se tutte le procedure anti-Covid sono state seguite alla perfezione. Da quanto ricostruito finora dall’indagine epidemiologica, il focolaio sarebbe partito da un fisioterapista trovato positivo già il 3 maggio. Secondo la direzione del San Raffaele, sarebbe stata la Asl Rm3 a commettere una leggerezza “dimenticando” di tracciare i contatti dell’operatore, per circoscrivere meglio il contagio.
 
All’interno della clinica, che è un istituto di ricerca a carattere scientifico, inoltre, è in corso una sperimentazione sui tamponi, eseguita già su 250 operatori sanitari e 200 pazienti. Una sperimentazione che, hanno spiegato dal San Raffaele, «viene eseguita sotto la supervisione del Ministero della Salute e rappresenta una verifica in più interna». Secondo la Regione, invece, non ci sarebbe nessuna autorizzazione ufficiale. Per il momento, comunque, il contenimento del virus resta la priorità, anche se dalla Regione continuano a ribadire che la situazione è sotto controllo: per il solo focolaio dell’Irccs San Raffaele Pisana sono già stati effettuati 2.332 tamponi, e la cifra supera i cinquemila se si considerano anche i test sierologici.

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