Coronavirus a Roma, allerta nelle scuole: «Chi parte vada in quarantena al rientro»

Coronavirus a Roma, allerta nelle scuole: «Chi parte vada in quarantena al rientro»
di Lorena Loiacono
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Venerdì 31 Gennaio 2020, 11:37 - Ultimo aggiornamento: 16:54

Potrebbero restare lontano dai banchi di scuola per almeno quattordici giorni i ragazzi che stanno tornando dai viaggi culturali o privati in Cina. L’ipotesi dalla quarantena, infatti, è al vaglio dei dirigenti scolastici come possibile misura cautelare in mancanza di direttive specifiche. Così come la necessità di portare un certificato medico al rientro da una malattia o da un viaggio, di farsi visitare direttamente a scuola o di bloccare del tutto le partenze verso l’Oriente. Nelle scuole di Roma la paura del coronavirus si fa sentire ma la risposta ai timori delle famiglie ancora non c’è. 

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«Rischiamo di trovarci in una babele – tuonano i dirigenti scolastici – chiediamo al ministero informazioni corrette, uguali per tutti». Negli ultimi giorni, infatti, sono state tante le famiglie che, recandosi in presidenza, hanno richiesto informazioni ai presidi sulla presenza di eventuali studenti idi ritorno dalla Cina e di interventi preventivi. E i presidi, in attesa di informazioni ufficiali, non sanno cosa rispondere. Ma intanto l’allerta sale: «Le scuole – tuona Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma - hanno bisogno di indicazioni su come comportarsi nei confronti degli studenti che sono stati in Cina. Temiamo che, senza indicazioni, ogni struttura si regoli autonomamente, tra chi potrebbe chiedere il certificato medico e chi di dilazionare l’ingresso a scuola dopo 14 giorni dal rientro in Italia». 

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In attesa di una linea ufficiale, l’Associazione dei presidi ha diffuso tra i dirigenti un vademecum stilato dalla Società italiana di pediatria con le risposte alle domande più frequenti: cosa è il coronavirus, come si trasmette, quali sintomi porta e come prevenire un’infezione. La regola base resta quella di lavarsi le mani ed evitare il contatto con persone influenzate o con sintomi respiratori. Il Convitto nazionale ha bloccato il tradizionale viaggio in Cina, previsti come ogni anno per il mese di maggio con 200 studenti. Sarà così finché non sarà passata l’emergenza e comunque fino a quando non sarà chiaro come muoversi in tutta sicurezza. Anche all’Esquilino le scuole bloccano le partenze: «Aspettiamo le linee guida dal ministero - spiega la dirigente Manuela Manferlotti - non vorrei che ci trovassimo in emergenza senza sapere come comportarci. E’ chiaro che, se un ragazzo dovesse partire per la Cina, avvertirei gli enti preposti come le Asl e i servizi sociali. Gli studenti della Manin provengono da famiglie stanziali, che hanno attività commerciali avviate e non vanno in Cina molto spesso: se dovessero partire in questo periodo, mi muoverei di conseguenza». 
 



Il Conservatorio di Santa Cecilia ha deciso invece che visiterà tutti i ragazzi orientali e tutti coloro che stanno tornando dalla Cina, la comunicazione è arrivata direttamente dal direttore Giuliani: «a causa delle ben note vicende legate all’epidemia cinese – ha scritto ai docenti - sono sospese le lezioni degli studenti orientali nonché di altri che provenissero dai Paesi interessati». L’istituto provvederà addirittura ad inviare un medico: il 5 febbraio verranno visitati tutti e solo quelli che passeranno la visita potranno rientrare in aula. Nelle prossime ore le scuole riceveranno un’indicazione ufficiale su come comportarsi davanti a casi sospetti, ad allarmismi o a ragazzi che provengono dalle zone a rischio. Le indicazioni sono state valutate ieri in un incontro tra i tecnici del ministero dell’Istruzione, il ministero della Salute, l’Istituto superiore di sanità e i rappresentanti delle singole Regioni.

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