Dai primi report che arrivano dalle piattaforme di consegna emerge che i romani per dare una parvenza di normalità hanno usato molto più i servizi a domicilio per dare una parvenza di normalità. Non solo la spesa. Ma anche i pasti del sabato la sera, la pizza in testa e altre tipologie di cibo come i dessert che possono essere spiegati come la richiesta disperata di una coccola, uno sfizio che possa alleviare la quarantena.
Se prima un semplice gesto, come la passeggiata in famiglia e il cono gelato al parco si è trasferito dentro le quattro mura domestiche. La consegna di gelato è praticamente raddoppiata in due settimane abbondanti di emergenza. I report segnano infatti un +100% di consegne di gelato in sole due settimane.
Coronavirus Roma, pasta e zucchero lasciati nelle piazze per chi è in difficoltà
Da quando è cominciata l'emergenza sanitaria almeno 700 ristoranti romani si sono organizzati con un proprio servizio di consegne a domicilio. Magari prima facevano solo asporto, ora hanno fatto un passo in più: consegnano. E i consumatori apprezzano: anche quelli che utilizzavano raramente i servizi di delivery, o che mai li hanno utilizzati, lo stanno sfruttando. Secondo i dati della Fipe di Roma, la federazione dei pubblici esercizi che raggruppa bar e ristoranti, si calcola che il 25% degli utenti che utilizzavano raramente il servizio ora lo usano con regolarità e il 9% dei consumatori sono new entry, persone che mai si erano fatti portare cibo a casa. Al di sopra del 60% sono invece quelli che prima dell'emergenza lo utilizzavano spesso o qualche volta prima dell'emergenza.
Questo non significa che c'è il boom del delivery (il settore tutto sta soffrendo: da chi produce pasti a chi li trasporta).
Significa che il settore della ristorazione si aggrappa al food delivery per restare attivo, tutelare le attività economiche e i posti di lavoro e continuare a garantire un servizio ai cittadini.
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