Coronavirus Roma, dalla movida alla festa di Fondi: ecco le cause del nuovo picco

Coronavirus Roma, dalla movida alla festa di Fondi: ecco le cause del nuovo picco
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 19 Marzo 2020, 13:04 - Ultimo aggiornamento: 15:44

La previsione è stata confermata: ieri il Lazio ha registrato 117 nuovi casi di pazienti positivi al Covid-19. Chi sono? Come hanno contratto il virus? I fattori sono diversi ma tutti rimandano alle parole di Walter Ricciardi, componente italiano del comitato esecutivo dell'Oms e consulente del ministro della Salute, che il 9 marzo commentando le immagini delle piazze di Roma ancora piene, i luoghi della movida affollatissimi, i ragazzi in strada, di fronte ai locali a trascorrere le ore come se il virus fosse ancora lontano, aveva lanciato il monito: «Possiamo aspettarci l'emergere di casi fra una settimana». E quella settimana è ora arrivata, con essa l'aumento dei contagi.

In giro a Fondi senza motivo, autocertificazione e neppure una scusa pronta: denunciato

Non è con il se che si scrive la storia ma se quelle scene definite «irresponsabili» non ci fossero state, ora probabilmente lo scenario sarebbe diverso. Ed è anche per questo che il Lazio corre ai ripari con l'implementazione dei posti in Terapia intensiva necessari a coprire una casistica che si raddoppia rispetto a quella paventata all'inizio della diffusione del virus. La Regione è pronta a dare assistenza anche a 3 mila pazienti e non più solo ai 1.500 previsti in un primo momento. «Quelle situazioni - commenta ora Ricciardi - hanno rappresentato dei propagatori al virus ma la situazione è gestibile».

«ARRIVI INCONTROLLATI»
«È chiaro che il numero dei contagi - aggiunge Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di Sanità - portano a galla gli effetti deleteri di quelle situazioni: gli assembramenti ma anche gli arrivi che ci sono stati fino alla scorsa domenica da tante località del Nord». Movida sfrenata e rientri incontrollati: è anche così che il Covid-19 si sta diffondendo e manifestando. «Il Lazio - prosegue Rezza - non è un territorio isolato rispetto al resto del Paese, sono arrivate persone infette fino a qualche giorno fa (magari asintomatiche ndr) senza contare gli assembramenti delle persone».

Questi comportamenti, insieme a situazioni che hanno reso alcune città della Regione dei cluster a sé, come Fondi dove i contagi sono schizzati a seguito di una festa di carnevale, hanno prodotto degli «effetti deleteri - conclude Ricciardi - che ora subiamo ma che possono essere gestiti». Cosa fare adesso? Virologi ed epidemiologi convengono sulla improcrastinabile necessità di interrompere la catena di trasmissione.
 


LA CATENA
E «l'unico modo per farlo - aggiunge il virologo Pier Luigi Lopalco - è bloccare i contatti. Considerando l'entità della popolazione, ho paura però che in una Regione complessa come il Lazio e in una città come la Capitale gli effetti delle misure non potranno manifestarsi se le disposizioni varate non verranno seguite in maniera scrupolosa». Se insomma la gente continua ad uscire, la curva dei contagi potrebbe continuare a salire. Per vedere se le ultimi disposizioni adottate dal governo - e di riflesso da Regione e Capitale - produrranno dei risultati, bisognerà aspettare (a essere ottimisti) la «Fine di marzo se non - conclude Rezza - i primi giorni di aprile».

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