CoronaVirus, Roma chiude: arrivano più controlli in strada

Aperti alimentari, farmacie e banche
di Fabio Rossi
4 Minuti di Lettura
Giovedì 12 Marzo 2020, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 10:09

Tutto chiuso, o quasi. La nuova stretta decisa del Governo ferma praticamente tutto il commercio nella Capitale, come nel resto d’Italia, modificando radicalmente le abitudini dei romani almeno fino a quando non sarà cessata l’emergenza del contagio da coronavirus. A restare aperti saranno, in pratica, soltanto gli esercizi che vendono generi alimentari, dai supermercati ai fruttivendoli, oltre a farmacie e parafarmacie.

Coronavirus, un ragazzo colto da malore: e a Termini scatta il protocollo

Coronavirus a Roma, chiude la Rinascente di via del Tritone

LE ABITUDINI Tutto il resto sarà chiuso, anche perché il senso del provvedimento è quello di limitare gli spostamenti soltanto alle attività essenziali: fare la spesa sì, quindi - anche se da soli, una sola persona per famiglia - ma addio (o meglio arrivederci a tempi migliori) al caffè preso al bar, al pranzo consumato al ristorante, al taglio di barba e capelli dal parrucchiere, allo shopping tra i negozi di abbigliamento, all’acquisto di libri da leggere o di giocattoli per bambini (tranne quelli in vendita nelle edicole). «Roma farà la sua parte - commenta la sindaca Virginia Raggi - Noi cittadini dovremo limitare maggiormente le nostre attività per sconfiggere il Coronavirus. È un sacrificio importante ma sono certa che ci permetterà di superare questo momento difficile».

 

 


IN GIRO Oltre alle attività commerciali legate alla vendita di generi alimentari e di prima necessità, le farmacie, le parafarmacie, le edicole, i tabaccai: tutti devono far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. «Non è necessario fare nessuna corsa per acquistare il cibo: i negozi di alimentari restano aperti», assicura il premier Giuseppe Conte. Resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio, nel rispetto di norme igienico sanitarie molto precise. Restano aperti i ristoranti situati nelle aree di servizio stradali e autostradali e nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti e negli ospedali. Resteranno aperti anche i distributori di benzina, le officine meccaniche e, tra gli artigiani, potranno continuare a lavorare gli idraulici. Tra le saracinesche che resteranno alzate ci sono anche i negozi di ferramenta, per consentire di eseguire i lavori di piccola e grande manutenzione che si renderanno necessari anche in questo periodo.

LE ATTIVITÀ Tra i mercati, resteranno chiusi quelli su strada, mentre si potrà continuare ad acquistare tra i banchi di quelli che operano in sede fissa, come buona parte dei mercati rionali della Capitale. Lavoro regolare per lavanderie, ottici, negozi di elettronica, ottici, negozi per animali domestici, profumerie, articoli igienico-sanitari. distributori automatici. Resteranno aperte anche le banche, gli uffici postali e i servizi finanziari e assicurativi, oltre alle attività agricole e zootecniche. Aumenterà inevitabilmente il ruolo dei rider e dei fattorini, anche perché le consegne a domicilio (di ogni genere di articolo) restano possibili.

LA SERRATA Per il resto, bisognerà abituarsi a strade molto meno vivaci - anche perché è proprio quello che serve per fermare la diffusione del virus - con la chiusura di tutti i negozi per la vendita al dettaglio. In tutta la città, dopo lo stop alle 18 degli ultimi giorni, resteranno off-limits pub, ristoranti, bar, pizzerie, gelaterie e tutti i laboratori artigianali che, a ogni titoli, offrono attività di ristorazione, anche da asporto in modalità take away. Chiusi anche negozi di abbigliamento, mercerie, botteghe di parrucchieri, barbieri ed estetisti.

I CONTROLLI Con il nuovo giro di vite di Palazzo Chigi aumenteranno anche i controlli delle forze di polizia sugli spostamenti dei singoli cittadini. Anche chi si muove all’interno di Roma dovrà dichiararne il motivo, che dovrà rientrare nei casi già delineati dal precedente decreto: inderogabili esigenze lavorative o sanitarie - visite mediche, accertamenti diagnostici o ricoveri - acquisti indispensabili (ossia alimenti o farmaci) o altri motivi di assoluta necessità, come per esempio la cura di familiari non autosufficienti, di cui nel caso bisognerà dimostrarne la validità. Resta ovviamente assicurata la possibilità di spostarsi per rientrare «presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Il capo della protezione civile Angelo Borrelli ha poi sottolineato che anche chi esce a piedi «deve portare l’autocertificazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA