Coronavirus Roma, autista Atac positivo: guidava su 3 linee. Indennità ai contagiati

Coronavirus Roma, autista Atac positivo: guidava su 3 linee. Indennità ai contagiati
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 17 Marzo 2020, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 11:51

L'autista Atac risultato positivo al Covid-19 ha lavorato fino alla settimana che va dal 2 all'8 marzo, prima cioè che la Capitale, come il resto del Paese, diventasse una grande zona protetta, con restrizioni e spostamenti limitati. Da una parte questo rassicura la municipalizzata dei trasporti di Roma, perché si spera che il contagio sia avvenuto a ridosso della pausa dal lavoro. Negli ultimi giorni, l'addetto Atac  (di cui non si conosce il nome e non si tratta del conducente ritratto nella foto precedentemente pubblicata) non ha frequentato colleghi, in sostanza. Dall'altro, significa che il conducente è montato sui mezzi pubblici quando ancora erano abbondantemente affollati di passeggeri, perché l'allerta Coronavirus, ai primi del mese, formalmente interessava principalmente il Nord Italia.
La partecipata del Campidoglio, in ogni caso, ha attivato tutti i protocolli sanitari, contattando la Asl e avviando una verifica interna. L'obiettivo è riuscire a ricostruire gli spostamenti dell'autista durante il servizio. Capire quindi su quali linee ha viaggiato prima di essere sottoposto all'isolamento e con quali colleghi sarebbe venuto in contatto negli ultimi giorni di lavoro.

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LA PROTESTA
Il dipendente contagiato lavora al deposito di Grottarossa, Roma Nord, la più grande rimessa Atac di superficie, con bus a gasolio e filobus. «Qui ha sede anche il magazzino centrale», si legge in un report interno dell'azienda sulla ripartizione della flotta. In questo deposito, ad agosto, è stata anche spedita la prima parte della fornitura dei nuovi mezzi, i Citymood prodotti in Turchia. L'autista, secondo il racconto di altri addetti della municipalizzata, è stato in servizio su 3 linee: il 280, che da piazza Mancini arriva alla stazione Ostiense, passando per il quartiere Mazzini, piazza della Rovere e Testaccio; poi il 23, che dal capolinea di piazzale Clodio viaggia fino a San Paolo; e ancora il 980, che da via Roddino a Montespaccato arriva nei paraggi dell'ospedale San Filippo Neri. In Atac si augurano che il contagio sia maturato in ambienti diversi da quelli di lavoro. E che non abbia avuto conseguenze sul resto del deposito, che difatti resta aperto, nonostante le proteste di alcuni sindacalisti, come Claudio De Francesco, segretario regionale della Faisa Sicel.
 



IN FAMIGLIA
I superiori dell'autista hanno riferito che anche la moglie del conducente è positiva al Coronavirus, da prima del marito. Anzi, proprio la malattia della moglie avrebbe spinto il dipendente dell'Atac a chiedere il tampone, dal quale è risultata l'infezione. Per fortuna, senza sintomi. Resta da capire se, prima di iniziare la quarantena, abbia avuto contatti ravvicinati con passeggeri o colleghi.
L'Atac ieri ha ribadito di avere messo a punto tutte le misure possibili per rafforzare la sicurezza dei propri dipendenti. È anche stato firmato un accordo con i sindacati: chi sarà ricoverato per il Coronavirus, riceverà 3mila euro più 100 euro per ogni giorno in ospedale, dopo l'ottavo giorno. Ad alcune categorie di dipendenti sono anche state fornite mascherine. Che però scarseggiano. Non solo per gli autisti, anche per vigili e netturbini. La sindaca Raggi, come raccontato ieri dal Messaggero, ha chiesto aiuto alla Protezione civile e a Palazzo Chigi. «Il governo - ha detto Raggi - sta dando la precedenza agli operatori sanitari, poi tutto il resto sarà distribuito agli altri operatori che sono in strada».

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