Coronavirus, il prefetto di Roma Pantalone: «I romani rispettano le regole, in un mese solo il 2% di multe»

Coronavirus, il prefetto di Roma Pantalone: «I romani rispettano le regole, in un mese solo il 2% di multe»
di Simone Canettieri
5 Minuti di Lettura
Sabato 11 Aprile 2020, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 15:47

Prefetto Pantalone, come si sono comportati i romani in questo mesi di quarantena?
«Sicuramente la gran parte dei romani ha compreso l'importanza del contributo di ciascuno nella lotta alla diffusione del contagio. E' indubbio che la significativa ed articolata presenza delle forze di polizia sulle strade ha scoraggiato comportamenti difformi».

Coronavirus, ecco le prime riaperture: altre possibili prima del 3 maggio
Coronavirus, la fase 2 scaglionata per fasce d'età e per regioni: ipotesi mascherine e guanti per uscire di casa

Tradotto in numeri?
«In un mese su circa 650.000 controlli più di 12.500 persone sono state sanzionate. La percentuale è bassa (2%), ma la sfida che sta affrontando l'Italia merita un atteggiamento di totale adesione».
Domani è Pasqua: ha il sentore di una fuga dei romani verso le seconde case? E che tipo di controlli metterà in campo nella Capitale?
«Il bel tempo e il sacrificio già prolungato di restare a casa alimentano il comprensibile desiderio di uscire all'aria aperta. Ma non si deve vanificare lo sforzo finora compiuto, come ha ricordato il Ministro Lamorgese: non possiamo cedere».
Quindi?
«Quindi da ieri sono stati avviati controlli capillari e rigorosissimi che vanno ad aggiungersi ai già rafforzati dispositivi di vigilanza del territorio: più di 2000 uomini delle forze dell'ordine, con il prezioso contributo delle polizie locali, presidiano le arterie consolari, le zone verdi della città, con serrati servizi di vigilanza nelle località balneari. E poi elicotteri e droni».
Solo una sparuta lista di imprese è rimasta aperta finora: pensa di concedere altre deroghe o viceversa ha revocato molte autorizzazioni?
«È un compito molto delicato quello affidato alle Prefetture che ancora una volta conferma la centralità del nostro ruolo nel favorire il dialogo e raccordo tra istituzioni, associazioni e realtà territoriali per bilanciare l'imprescindibile esigenza di tutela della salute con quella altrettanto rilevante della continuità dei processi produttivi».
Ma di quali cifre parliamo?
«Mi sono arrivate circa 4800 comunicazioni: più di 1000 riguardavano attività già autorizzate ex lege, le altre sono state attentamente vagliate. Oltre 2000 sono state favorevolmente esitate perché funzionali a garantire la gestione dell'emergenza, i servizi pubblici essenziali o la filiera delle attività consentite dalla legge. Circa 900 sono ancora in istruttoria e 130 le attività ad oggi sospese».
A Roma, come nel resto d'Italia, le mascherine sono difficili da reperire. In vista della Fase 2 può assicurare che saranno alla portata di tutti?
«La Protezione Civile ed il Commissario Straordinario stanno lavorando incessantemente per garantire le migliori condizioni di sicurezza a tutti i cittadini».
I commercianti hanno speculato sulla tragedia aumentando i prezzi delle mascherine?
«Anche nella nostra realtà le Forze di Polizia hanno scoperto e sanzionato diversi esercenti, purtroppo anche farmacie, che avevano indebitamente elevato i prezzi dei prodotti più richiesti. Atti spregevoli».
La fase due contemplerà la convivenza con il virus. Dalle metropolitane ai treni, passando per i bus si dovranno rispettare le distanze tra i passeggeri. Pensa di impiegare anche forze dell'ordine sui mezzi?
«Dovremo modificare abitudini e stili di vita. L'auspicio è che ciascuno maturi questa consapevolezza indipendentemente dalla presenza di controllori».
Pensa alla polizia sui mezzi pubblici?
«All'occorrenza saranno valutate tutte le misure necessarie».
La Capitale come riuscirà a superare una crisi che si annuncia pesantissima?
«Le nostre bellissime città, Roma per prima, senza turisti, senza i grandi eventi e le manifestazioni culturali e sportive, hanno già cambiato volto. Ma l'immenso patrimonio storicoartistico della Capitale, la dinamicità del suo tessuto economico e la forza di reagire potranno essere le leve per la ripresa».
Serviranno misure speciali per la Capitale, dal punto di vista delle forze dell'ordine e soprattutto dei finanziamenti economici? D'altronde se va in crisi Roma va in crisi il Paese.
«Non sta a me dirlo, posso solo affermare che Roma con i suoi numeri, i siti istituzionali e la sua internazionalità costituisce un unicum, meritevole della più elevata considerazione».
Le periferie rischiano di diventare una bomba sociale. Come si potrà garantire l'ordine pubblico in quartieri che da anni convivono già con molti disagi socio-economici?
«Le periferie della Capitale, già carenti dal punto di vista dei servizi e delle infrastrutture, i cui abitanti scontano da tempo una condizione economica difficile e minori tutele sociali, sono le aree urbane su cui la crisi impatta maggiormente. L'attenzione dovrà essere massima: da un lato le tensioni sociali che possono divampare, dall'altro la criminalità, organizzata e non, che si nutre del disagio, offrendo il miraggio di facili aiuti e sostegni a chi ne ha bisogno».
E cosa ha in mente?
«In queste aree, dove si concentra la gran parte degli abitanti della Capitale, le istituzioni più che mai dovranno far sentire ai cittadini la loro presenza e vicinanza con azioni concrete dal sostegno economico alla garanzia di tutele».
La preoccupa la situazione dei palazzi occupati e dei campi rom: in questi ambienti c'è stato un controllo da parte della Asl? O rischiamo una seconda ondata per via dei controlli blandi?
«Il servizio sanitario regionale sta svolgendo un lavoro eccellente, i rapporti sono quotidiani e la collaborazione è massima: proprio sui siti più delicati si sta realizzando una importante sinergia tra Asl, prefettura, Comune e Forze dell'Ordine per scongiurare il diffondersi del contagio. Mi sembra quanto meno ingeneroso ipotizzare controlli blandi».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA