Roma, Liti in famiglia e in condominio: boom di chiamate al 112

Una scena dal video sul balcone: la donna viene aggredita
di Alessia Marani
4 Minuti di Lettura
Sabato 21 Marzo 2020, 12:38

Gli interventi delle Volanti di polizia e delle radiomobili dei carabinieri ai tempi del coronavirus? Su Roma, al di là dei controlli a chi circola in giro e dei pattugliamenti davanti a supermercati, tabaccherie e farmacie, divenute ancora di più il “bancomat” della criminalità, ormai si fanno soprattutto per liti in famiglia e liti condominiali. Le discussioni all’interno delle mura domestiche o di uno stesso palazzo sono aumentate a dismisura, quasi raddoppiate, giurano gli operatori. O, comunque, al momento, rappresentano quasi l’esclusività delle chiamate al 112 extra Covid-19. E di sicuro, se le misure di contenimento saranno prolungate, saranno destinate a crescere anche nei prossimi giorni. Chiusi in casa, le paure e i disagi già esistenti si amplificano. Negli anziani, ma anche nei più giovani. Così succede che al 112 chiami un condomino al piano alto di un comprensorio alla periferia Sud: «Venite un inquilino mi vuole uccidere». Ma quando gli agenti arrivano, capiscono che la situazione è ben diversa. Chi ha richiesto il soccorso, infatti, è convinto che l’inquilino e la moglie di questi vogliano farlo fuori fumando sul balcone di casa... «Vedete, quei due sono sempre fuori sul terrazzo qua sotto... In casa mia entra il fumo, il fumo è ancora più dannoso con il coronavirus.. così mi ammazzano», racconta ai poliziotti. 

Coronavirus, “mascherina 19” la parola in codice per le vittime di violenza: così possono chiedere aiuto in farmacie

Ci sono anche padri troppo severi, a volte a ragione - come nel caso di quel genitore, un pensionato 63enne di Pomezia, che ha tentato in tutti i modi di convincere il figlio tossicodipendente in crisi di astinenza, a desistere dall’uscire di casa per cercare la droga e che alla fine, spintonato e aggredito, ha chiamato per disperazione i carabinieri- e a volte a torto.

È successo persino che a comporre il 112 siano stati due fratelli, due giovanotti ormai più che maggiorenni: «Nostro padre non ci fa uscire, nemmeno per fare la spesa. Ci tratta come dei bambini». E anche in questo casa, armati di pazienza, gli agenti hanno parlato con il genitore e lo hanno convinto che nei suoi ragazzi poteva avere fiducia. Sebbene lui ritenesse che «sono ancora piccoli, sbadati, non stanno attenti a quel che toccano e ci portano a casa il virus, penso io a loro».

Coronavirus, ministra Bonetti assicura: sempre attivo il numero 1522 contro la violenza sulle donne

Ha fatto il giro del web il video girato su un balcone della Capitale in cui si vede una donna affacciata che suona il flauto mentre per il quartiere tutti cantano. A un certo punto sbuca fuori un uomo che comincia a colpirla con una tanica, le fa cadere in terra lo strumento musicale, lei si ribella e lui le si scaglia contro, le rifila pure un cazzotto sul volto. A quel punto esce fuori un uomo più giovane che lo ferma. Ecco, questo è il clima che si respira in molte case. Giovedì, a Focene, gli agenti sono stati richiamati in strada da una ragazza che li avvisava che la nonna si era barricata in una stanza perché il figlio, coltello alla mano, voleva soldi e rivendicava l’immobile per se. L’anziana ha riportato delle escoriazioni, l’uomo è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia, tentata estorsione, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Sempre giovedì nel giro di poche ore sono stati attivati tre protocolli “Eva” per violenza domestica sulle donne. L’elenco delle liti è lungo. Si sommano pure quelle in fila ai supermercati. Carabinieri e poliziotti vengono chiamati dagli addetti alla vigilanza quando gli animi si fanno più irascibili e le distanze a prova di Covid-19 non vengono rispettate. «Ormai - allarga le braccia qualche operatore - tocca fermarci persino a dirigere il “traffico” nei piazzali dei supermercati: liti e scaramucce sono all’ordine del giorno».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA