Coronavirus Roma, negozi, bar e parrucchieri: ecco come si riparte

Coronavirus Roma, negozi, bar e parrucchieri: ecco come si riparte
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 18 Aprile 2020, 09:07 - Ultimo aggiornamento: 09:27

Prima le fabbriche, dal 4 maggio, poi entro una settimana-dieci giorni al massimo toccherebbe al commercio, esclusi bar e ristoranti. Per andare a mangiare fuori, a Roma e nel Lazio, probabilmente toccherà aspettare la fine del prossimo mese (e comunque ci si attovaglierà in tavoli molto distanziati fra loro e con varie precauzioni), infatti la commissione capitolina Commercio cambierà il regolamento per dare più spazio ai tavolini esterni. Poi, per ultimi, riaprirebbero barbieri e parrucchieri, probabilmente a giugno. È questa la bozza delle possibili riaperture che tracciano in Regione. Una bozza ancora suscettibile di modifiche e ritocchi, perché alla Pisana attendono le decisioni del governo nazionale. E non ci saranno fughe in avanti.

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Una traccia di lavoro però già c'è. Tutto il dossier fase 2, per le attività produttive, è sulla scrivania del vice-governatore del Lazio, Daniele Leodori, che segue la pratica con l'assessore allo Sviluppo, Paolo Orneli. Il piano si chiama Lazio Sicuro e prevede un decalogo di regole valide per tutti i comparti e norme specifiche per ciascuna categoria. Le trattative con la Camera di Commercio sono partite due giorni fa, ma si lavora spediti: entro il 4 le regole dovranno essere fissate. Per tutti i settori varrà il distanziamento di un metro e i clienti potranno entrare nei locali in base agli spazi, modello supermarket. Gli altri utenti dovranno aspettare fuori, in coda. Si parla di barriere per le casse, obbligo di guanti e mascherine per i commessi a contatto col pubblico, divieto di toccare la merce esposta.

I TEMPI
Le prime a riaprire saranno le 23mila fabbriche del Lazio, dal 4 maggio. Poi sarà la volta del commercio: negozi di abbigliamento, di arredamento, calzature, ma anche studi professionali e di servizi. Oggi 47mila negozi al dettaglio sono chiusi. La finestra ipotizzata, in questo caso, è quella che va dall'11 al 15 maggio. Verso la fine del prossimo mese toccherebbe a bar, ristoranti e pizzerie. In questo caso, l'ipotesi è di contingentare i tavoli e di renderli mono-uso, impiegabili solo con un cliente (o un gruppo) a cena o a pranzo. A giugno dovrebbero aprire parrucchieri e barbieri, con guanti e mascherine. Sulla possibilità di orari scaglionati per i negozi, la Regione rispetterà le regole del governo. «Nella ripartenza, più che una fase uno o due, esiste una fase uno e mezzo - sostiene Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma - È la più difficile. Come si può ripartire? Intanto con le prescrizioni igienico-sanitarie che devono darci le autorità e che noi dobbiamo rispettare. Seguirà poi un accordo tra il mondo del lavoro e quello delle imprese sull'applicazione di questi principi. Infine, terzo elemento, bisogna dare il tempo alle aziende di fare quelle modifiche, anche strutturali, per rendere fabbriche, botteghe e negozi luoghi salubri. Sicuri per il titolare, per il lavoratore e i clienti. I quali entreranno soltanto in posti dove avranno la certezza di non rischiare nulla».

IN UFFICIO
Anche la vita in ufficio cambierà. Il Comune lavora alla fase 2 per gli 11mila dipendenti amministrativi: l'80% oggi lavora da casa, in smart working. A regime, il 30% continuerà ad operare così, a rotazione. Per Giancarlo Cosentino, leader della Cisl Fp di Roma, «il confronto con i sindacati è la via giusta per mettere in pratica in forma stabile il lavoro agile». Dal 4 al 17 maggio, gli impiegati torneranno alla scrivania, ma lavoreranno in ufficio solo un giorno a settimana, alternandosi. Dal 18 al 31, due volte a settimana. «La filosofia organizzativa sarà incentrata su un rientro graduale - sottolinea l'assessore al Personale, Antonio De Santis - La sfida di un progressivo ritorno alla normalità comporta infatti la consapevolezza che bisognerà gestire ogni processo con una visione diversa, organizzativa e culturale».

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