Coronavirus Roma, bar e ristoranti: da giugno deroghe sui tavolini all'aperto

Coronavirus Roma, bar e ristoranti: da giugno deroghe sui tavolini all'aperto
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 20 Aprile 2020, 08:04 - Ultimo aggiornamento: 08:08

Dopo l'annuncio della sospensione del canone Cosap, ovvero la tassa per l'occupazione di suolo pubblico, e la promessa della sindaca Raggi di aumentare del 20% lo spazio esterno per i locali, quando arriverà la Fase 2 e potranno tornare a lavorare bar e ristoranti, l'assessorato alle Attività produttive è pronto ad andare oltre anche se i risultati non arriveranno prima di giugno. Le imprese devono essere aiutate nella ripartenza giacché la condizione attuale ha segnato una «Perdita stimata intorno ai 13 miliardi di euro - spiega l'assessore Carlo Cafarotti - se sommiamo tutte le voci del settore commerciale di Roma». E allora?
«È necessario introdurre - prosegue l'assessore - una norma transitoria e temporanea per l'intero 2020 per quello che riguarda l'intero impianto dei piani di massima occupabilità perché c'è anche un aspetto importante da valutare: coloro i quali oggi non hanno occupazioni esterne di suolo, e le assicuro sono molte attività di somministrazione, quando potranno riaprire dovranno seguire delle regole a tutela della salute pubblica, come il distanziamento tra i tavoli che comporterà il taglio di un certo numero di coperti. E forse vale la pena ipotizzare un uso degli spazi esterni anche per loro». Tecnicamente tutti i bar e ristoranti, oltre a quelli che già godono delle autorizzazioni per sfruttare il suolo pubblico, potranno presentare domanda e progetti per usare anche loro le strade di Roma. Si punta sostanzialmente a una larga apertura per permettere agli esercenti tutti di arredare all'esterno tavolini e sedie nel pieno centro della Capitale, Tridente compreso, ma anche in periferia perché è chiaro, visto anche l'arrivo dell'estate, che «oltre all'aumento della percentuale per quelli che usano già gli spazi prosegue ancora Cafarotti bisogna ipotizzare per una parte dell'esercizio la vendita fuori dalle mura del negozio». E questo vale sia per le attività dei quartieri centrali sia per quelle in zone meno frequentate, che potrebbero così permettere il decongestionamento dei soliti quartieri.

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LA PROCEDURA
Fino ad oggi il Campidoglio, pur tra una serie di stop-and-go, ha concesso suolo pubblico tenendo in considerazione due pareri vincolanti: quello della Polizia locale per il rispetto del codice della strada e per le indicazioni del Pgtu, il Piano generale del traffico urbano approvato nel lontano aprile 2015, e i dettami della Sovrintendenza Capitolina (a volte anche di quella Statale) per non ingolfare le strade di Roma con gli arredi di bar e ristoranti. Cosa accadrà? «È evidente argomenta Cafarotti che sia gli aumenti degli spazi che i nuovi progetti di occupazione di suolo pubblico dovranno essere accolti dall'amministrazione al netto di quei pochi vincoli e criteri che dobbiamo fare salvi, come il rispetto del codice della strada e lo spazio per far passare i mezzi di soccorso. Gli altri criteri verranno, gioco forza, messi in stand by, e questo per facilitare la vita all'aperto». Alla fine, dunque, resterà vincolante il solo parere della polizia locale anche per gli esercenti che mai prima d'ora avevano usato lo spazio esterno e che potranno richiederlo, presentando un progetto di arredo che naturalmente - ma vien da sé - dovrà essere «decoroso per tutelare l'immagine della città». E arriviamo ora all'argomento economico.

L'ESENZIONE DEL CANONE
Il Campidoglio ha sospeso il pagamento del canone per l'occupazione di suolo - così come per quello della Tari, dell'Imu, del Cip (impianti pubblicitari) - ipotizzando anche l'esenzione per tutto il 2020 sia per quelli che già sfruttavano il suolo pubblico sia per quelli che lo richiederanno ex-novo.

Anche se non è detto che gli esercenti, alla fine, saranno sollevati dall'onere. La partita vale «Oltre 50 milioni di euro - fa di conto l'assessore - e se si arriverà a decretarla, tramite una delibera che l'Assemblea capitolina dovrà approvare, sarà necessario trovare le coperture finanziarie». Perché il Bilancio di Roma Capitale non può privarsi di queste risorse. Per questo è iniziato un «dialogo con il governo: una delle richieste che l'amministrazione ma anche altri Comuni stanno avanzando al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri - conclude Cafarotti - è quella di aprire degli spazi di finanza». La partita in questo è solo all'inizio.

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