Coronavirus, feste private nelle case: scatta la denuncia. A Roma controlli dei vigili

Coronavirus, feste private nelle case: scatta la denuncia. A Roma controlli dei vigili
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 25 Marzo 2020, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 10:11

I primi 4 denunciati, l'altra notte, stavano tirando tardi in un appartamento del Casilino: un festino in piena regola, con musica a tutto volume e scorte di alcolici per innaffiare la serata e proseguire fino all'alba. Forse ci sarebbero riusciti se i vicini, infastiditi dal baccano, non avessero chiamato il 112. Può sembrare una banale bega condominiale, come ne capitano in qualsiasi palazzo. Ma in tempi di coronavirus, con tutti gli spostamenti vietati a meno che non siano veramente necessari, la vicenda ha preso una piega diversa. E la nottata non si è conclusa con un semplice rimbrotto, ma con quattro denunce per violazione dell'articolo 650 del codice penale, quello che sanziona l'«inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità».

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NON SOLO RUNNER
I festini naturalmente non fanno parte delle «necessità comprovate» per cui è permesso spostarsi. Nemmeno una cena a casa di amici. Ecco allora l'ultima stretta: i controlli possono riguardare non solo chi si sposta in macchina senza ragione o chi va a correre nei parchi che dovrebbero rimanere off limits (ieri un runner è stato denunciato mentre scorrazzava sul prato della Caffarella, in barba ai divieti). Anche cene e feste negli appartamenti sono tenute d'occhio. La Polizia locale, guidata dal comandante generale Antonio Di Maggio, sta raccogliendo le segnalazioni di schiamazzi e raduni numerosi. Come detto, si rischia una denuncia penale. Insomma, la questione non è da sottovalutare, del resto è proprio a causa di certi comportamenti superficiali - esempio: le folle di giovani che si accalcavano nei rioni della movida fino al weekend dell'8 marzo, quando l'epidemia era già esplosa che il contagio si è ulteriormente propagato.
Dalle zone più centrali alla periferia: feste e cene affollate (anche nei circoli) sono state segnalate nel quartiere Coppedè oppure a Tor de' Schiavi, o ancora a Trastevere. Un po' ovunque i controlli sono stati rafforzati, sia in strada - perfino sul Gra dove gli automobilisti si sono incolonnati per esibire patente e autocertificazione alla Polizia - che nelle abitazioni: tra la notte di lunedì e quella di ieri, i caschi bianchi hanno ispezionato una ventina di case. Nell'appartamento del Casilino sono intervenuti gli uomini del Gruppo Torri, alle tre di notte. Una volta entrati in casa, i vigili hanno controllato i documenti dei 4 festaioli e hanno scoperto che solo un uomo, di 30 anni, risiedeva nell'appartamento. Altre due donne abitavano in zona, ma non in quella casa, mentre un'altra ragazza, sempre trentenne, era arrivata da Ostia. Tutti e quattro sono stati denunciati. Sorpresi per l'intervento degli agenti della Polizia locale, mentre venivano annotate le loro generalità, hanno replicato con stizza: «Perché ci chiedete i documenti? Ora nemmeno a casa possiamo fare come vogliamo?». Il punto, ovviamente, non è lo schiamazzo - che al più avrà infastidito chi abita nei paraggi ma lo spostamento immotivato, nel pieno di una pandemia che sta causando migliaia di morti e decine di migliaia di contagiati. E l'unico rimedio, come ripetono tutti da due settimane e passa, è restare a casa. Ma nella propria. Le cene, per un po', si possono rimandare.

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