Roma, allarme case di riposo, muoiono altri 2 anziani. «Nerola è zona rossa» `

Roma, allarme case di riposo, muoiono altri 2 anziani. «Nerola è zona rossa» `
di Marco De Risi e Alessia Marani
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Giovedì 26 Marzo 2020, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 08:42

Dopo Fondi è off-limits Nerola. Il piccolo comune a Nord di Roma, meno di duemila abitanti, è stato dichiarato zona rossa. Nessuno potrà entrare o uscire dal paese fino all'8 aprile. A vigilare che nessuno infranga il divieto, ci penserà anche l'Esercito. La decisione è stata presa dalla Regione Lazio, sentita la Prefetta e la sindaca, nonché il Comitato tecnico scientifico del Dipartimento della Protezione civile nazionale, dopo i casi riscontrati negli ultimi giorni riconducibili alla casa di riposo Santissima Maria Immacolata dove, su 40 operatori sanitari 16 sono risultati positivi al test e delle 63 persone presenti all'interno della struttura, 56 sono risultate positive al test e di queste 26 risultano residenti nel comune per un'incidenza pari al 13,3 per mille abitanti. Insomma: bisogna fermare il focolaio prima che sia troppo tardi.

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COME A VO' IN VENETO
Nella casa di riposo ieri si è registrato il secondo decesso ed è stata riscontrata «la presa in carico di pazienti non autosufficienti», circostanza vietata per legge. Tutti gli ospiti sono stati trasferiti negli ospedali, l'edificio evacuato. Nel pomeriggio, è stata decretata la chiusura della cittadina che prevede la soppressione di tutte le attività commerciali ad esclusione dei negozi di generi alimentari, farmacie e parafarmacie, distributori di carburante, servizi di rifornimento di bancomat e postamat, servizi di trasporto connessi alla raccolta e smaltimento dei rifiuti o consegna a domicilio di farmaci. Soppresse anche le fermate dei bus. Limitazioni definite «indispensabili per garantire innanzitutto i cittadini di Nerola e per mettere in atto tutte le misure di individuazione dei contatti stretti che saranno sottoposti al tampone da parte della Asl Roma 5» dal vicepresidente della Regione, Daniele Leodori e dall'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato.

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IL CAMPER
L'obiettivo è limitare e circoscrivere il cluster che a oggi sembra essere un cosiddetto «cluster di comunità chiuso», un po' come il Comune di Vo' in Veneto. Il presidente e il vicepesidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi e Pier Luigi Bartoletti, informano che, con la collaborazione di Confcooperative Federazione Sanità, dalle 11 di oggi a Nerola sarà presente un camper attrezzato e medicalizzato con a bordo un infermiere e 5 medici volontari della Fimmg, del Sumai Assoprof per tutte le necessità, per fare i tamponi e in video-conferenza con lo Spallanzani. La situazione delle case di riposo private e non convenzionate, in primis, dove è più facile che gli operatori sfuggano al controllo istituzionale, preoccupa l'unità di crisi regionale anti Covid-19. «Stigmatizzo quei gestori che hanno consentito l'accesso a persone non autosufficienti - ha detto D'Amato - Dobbiamo mantenere altissima l'attenzione». Ieri è deceduto anche Antonio Carbone, ospite 82enne della casa di riposo Giovanni XXIII di via Galeffi sulla Laurentina. La figlia ha sporto denuncia al commissariato Colombo.


IL DOLORE
«Martedì pomeriggio mi hanno avvisato che papà era stato trasferito in ospedale - racconta sconvolta - ho chiamato gli ospedali, il 118 ma non risultava. Alla Giovanni XXIII continuavano a sostenere che mio padre lì non c'era. Stamani mi sono vestita per andare in polizia a denunciarne la scomparsa, invece, alle 9 mi hanno chiamato dalla casa di riposo per comunicarmi che mio padre era morto, lì dentro. Non se ne erano accorti, forse si erano pure dimenticati di trasferirlo. Stava bene, non si può morire così». La gestione della Papa Giovanni XXIII è stata commissariata ed è passata alla Asl Roma 2. Anche alla Don Gnocchi di Casal del Marmo si sono registrati 4 casi positivi, una donna è ricoverata al Covid-3 di Casalpalocco. Al Nomentano Hospital si contavano ieri 24 positivi e 4 operatori sono stati denunciati per avere abbandonato la struttura. Focolai anche in una Rsa di Cassino e alla Madonna del riposo di Civitavecchia. I familiari che hanno parenti nelle case di riposo chiedono tamponi e verifiche attive su tutti i degenti e gli operatori.
 

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