Pasqua è l'ultima speranza degli alberghi e dei ristoranti di Roma: «Risorgere con i turisti»

Un ristorante con qualcuno a tavola in Cetro
di Camilla Mozzetti e Francesco Pacifico
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Martedì 23 Febbraio 2021, 09:20

Albergatori, ristoratori, gestori di bar della Capitale e dei lidi balneari del Litorale uniti per poter aprire a Pasqua. Dopo il blocco con la zona a rossa a Natale, le categorie romane fanno quadrato per poter lavorare nella seconda festività dell’anno, nella speranza di poter recuperare parte degli incassi, che finora sono stati dimezzati. Sarà in vigore fino al 27 marzo il divieto di spostarsi tra le Regioni, ma gli esercenti romani non guardano soltanto ai turisti italiani: puntano anche a quelli stranieri.


Al riguardo la Federalberghi sta studiando una soluzione, che presenterà a tutti gli enti coinvolti (cioè Comune, Regione e governo), sfruttando quel passaporto vaccinale che sarà al centro di una prossima riunione della conferenza dei governatori. «Andrebbe fatto a livello nazionale - spiega il presidente romano Giuseppe Roscioli - un accordo in cui viene riconosciuto il “green pass” sul modello israeliano, cioè un certificato equiparato anche a chi ha avuto il Covid e ha ancora gli anticorpi molto alti, come rilevato dopo un test sierologico. Queste due categorie di persone potrebbero muoversi a prescindere dalle restrizioni complessive». L’obiettivo, quindi, è provare a portare turisti a Roma, soprattutto dai Paesi come Israele, gli Stati Uniti o la Russia che sono avanti con le vaccinazioni, anche perché in loco si produce il farmaco. «All’interno della Ue - aggiunge - si dovrebbe riconoscere la stessa cosa e, dunque, dare la possibilità di muoversi indipendentemente dalle restrizioni di tutti i Paesi, senza quarantena o limitazioni».

Ma tutto questo processe deve passare «per una sorte di reciprocità sul vaccino riconosciuta da parte dell’Europa almeno a chi usa gli stessi vaccini autorizzati dalle rispettive autorità sanitarie come Ema e Fda».


Per la cronaca, alcuni alberghi - a Roma ne sono aperti un centinaio - hanno già lanciato pacchetti per Pasqua e Pasquetta, con sconti per il pranzo o per i trattamenti della Spa e cadeaux come una bottiglia di prosecco. Ma fanno pressioni per lavorare con una certa frequenza il 4 aprile anche i gestori di bar e ristoranti. Claudio Pica, leader della Fiepet-Confesercenti romana, ha già scritto al neo ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti: «Gli abbiamo chiesto un incontro perché non soltanto i locali devono aprire in sicurezza a Pasqua, ma devono poter lavorare anche i fornitori. Parallelamente appoggiamo la proposta del Comune, che ha inviato al governo la richiesta di servire la cena o da bere anche la sera. Perché il vero problema è l’asporto selvaggio di alcool, che va vietato!». A marzo, poi, le maggiori sigle del commercio studiano una manifestazione per denunciare gli effetti delle chiusure.
Ma Pasqua e Pasquetta, se c’è bel tempo, vuol dire anche andare al mare, passare una giornata a prendere il sole in spiaggia. Al riguardo Stefano Di Niola, segretario della Cna del Lazio, chiede alla Regione e al governo di «emanare presto le linee guida per la riapertura dei lidi del litorale: bisogna chiarire le norme sul distanziamento e il contingentamento degli accessi».

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