Coronavirus Roma, i presidi: «Non riapriremo le scuole, rischio contagio nelle aule piccole»

Coronavirus Roma, i presidi: «Non riapriremo le scuole, rischio contagio nelle aule piccole»
di Camilla Mozzetti
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Sabato 4 Aprile 2020, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 18:57

Non è un dilemma facile da risolvere: riaprire o meno le scuole entro la fine dell'anno. Mentre il governo e di conseguenza il ministero dell'Istruzione valutano il da farsi, seguendo con attenzione le indicazioni del comitato scientifico che segue l'andamento del Covid-19, i presidi della Capitale non hanno dubbi: «Tornare in classe - dicono seppur a malincuore - sarebbe impossibile». Il motivo? Virus e contagi permettendo, nelle prime fasi del ritorno alla normalità si dovrebbero quasi certamente continuare a seguire (e a rispettare) quelle indicazione che finora hanno prodotto buoni risultati: le distanze sociali e l'utilizzo di protezioni, come mascherine e guanti.

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Nel comparto scolastico - dentro le scuole e nelle classi - questo significherebbe che ogni alunno dovrebbe essere distante almeno un metro dal proprio compagno e i dirigenti osservano: «Allo stato attuale non ci sono le condizioni oggettive per garantire la riapertura delle scuole nella Capitale». In sostanza, le aule sono composte in media da 25-27 alunni, «distanziarli tutti - spiega Tiziana Sallusti, dirigente del Liceo Mamiani - sarebbe molto complicato se non addirittura impraticabile». Il Mamiani ospita 45 classi. Quanti gli alunni ciascuna? «In quelle del primo anno - prosegue la Sallusti - ce ne sono anche 30, fino a scendere a 20 nelle aule degli ultimi anni, i banchi poi sono biposto e non ci sono arredi inutilizzati». Morale? «Se dovessi rispettare il distanziamento di un metro - conclude la preside del Mamiani - non potrei ospitare gli studenti a meno che tutti non vengano sottoposti a tampone e risultino negativi o immunizzati». Certo la situazione avvilisce non poco i dirigenti che in queste settimane hanno, con enorme fatica, garantito la didattica a distanza. «Oltretutto - aggiunge la dirigente del Liceo Orazio Maria Grazia Lancellotti - ci sarebbe anche il problema delle mascherine. All'Orazio ci sono 1.200 studenti se ogni giorno dovessero cambiare la mascherina, significherebbe garantire una mole di dispositivi che allo stato attuale sembra inimmaginabile».

I NUMERI
Nelle scuole di ogni ordine e grado su Roma e provincia ci sono più di 520 mila studenti (stando agli ultimi dati dell'Ufficio scolastico regionale del Lazio) le classi totali non arrivano a 24 mila. E ognuna ospita almeno 25 alunni. Servirebbero almeno, altri 50 istituti superiori e non meno di 30 istituti comprensivi per dilazionare al meglio e in sicurezza la popolazione scolastica della Capitale.
Nessuna «scuola in Italia - aggiunge Cristina Costarelli, vicepresidente dell'Associazione nazionale presidi di Roma e Lazio - fatta salva forse qualcuna nelle isole o nei territori di montagna ha spazi sufficienti per garantire il distanziamento e anche laddove si decidesse si far usare soltanto i dispositivi, il problema resterebbe per gli alunni di nidi, materne ed elementari: bambini che per la loro età possono non fare attenzione all'igiene delle mascherine. Da preside non ho soluzione alcuna, spero che il governo risolva questa questione anche in ottica futura se le nostre condizioni generali di vita dovessero continuare a essere soggette a queste misure precauzionali che sono sicuramente giuste».

SOS MASCHERINE
Insomma ragionevoli perplessità organizzative a fronte di misure (valide) di sicurezza varate per contenere il contagio. «Adesso non è opportuno rientrare - commenta anche la preside del Liceo Dante Alighieri, Maria Urso - perché ci sono dei limiti oggettivi, è stata attivata, pur tra mille difficoltà, la didattica a distanza; l'anno scolastico dovrebbe chiudersi così ma nel mentre si dovrebbe trovare una soluzione per settembre». Al Dante Alighieri ci sono 811 alunni più 70 tra collaboratori, docenti e impiegati. Le 33 classi ospitano in media 25 alunni. Solo per questa scuola si dovrebbero garantire 5.286 mascherine alla settimana. Qualcuno, come la preside del Lucrezio Caro Paola Fattoretto, suggerisce una ripresa «scaglionata, con lezioni alternate per le classi ma è difficile anche solo da immaginare».

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