Coronavirus Roma, la dottoressa del Gemelli: «Dalle residenze alle famiglie, guardia alta su possibili focolai»

Coronavirus Roma, la dottoressa del Gemelli: «Dalle residenze alle famiglie, guardia alta su possibili focolai»
di Raffaella Troili
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Mercoledì 29 Aprile 2020, 09:14

Dottoressa Patrizia Laurenti, professore associato di Igiene dell’università Cattolica-Policlinico Gemelli, ora, quali errori non vanno commessi?
«Continuare a proteggere gli ospedali controllando focolai quali rsa e famiglie. Dopo due mesi di lavoro intensissimi gli operatori potrebbero abbassare la guardia».

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La preoccupa la fase 2?
«Mi chiedo quante mascherine saranno indossate come si deve o ciondoleranno dalle orecchie. Mi chiedo se le istituzioni sapranno rispondere alle esigenze dei cittadini. Ovvero: io accetto di non salire se è troppo pieno l’autobus, ma dopo 5 minuti ne deve passare un altro. Implementare i servizi pubblici. Così si garantisce la sicurezza e il ritorno alla vita dei cittadini».

Tamponi, riaperture, tutto si sposta sul territorio.
«Gli operatori stanno facendo il massimo ma sono pochi, soprattutto i medici dei dipartimenti di prevenzione, la linea guida dovrebbe essere ora potenziare il territorio ma non so siamo in tempo, se ci sono medici, assistenti sanitari e tecnici della prevenzione. Mentre in questo momento potrebbero fare la differenza, occuparsi di sorveglianza e prevenzione. Gli ospedali ora sono in sicurezza, potenziati. Ma la partita si sposta sul territorio con diagnosi precoce e tempestiva, trovando subito i contatti e isolandoli. Ma servono strutture convertite, abbiamo abbassato l’ampiezza della curva epidemica ma alcuni contesti come rsa famiglie ospedali vanno attenzionati».

Cosa può accadere dopo il 4 maggio?
«È necessario dal punto di vista sociale permettere di cominciare a pianificare una vita, non dico come prima. Ma mi preoccupa la prontezza del territorio e la disponibilità di risorse umane formate».

Vede errori intorno a lei?
«Non si effettuano le manovre nel modo giusto. Prendiamo il lavaggio delle mani si parla del tempo ma non dei movimenti, vanno insegnati. Le mascherine sono diventate un accessorio, i guanti vanno usati quando si manipolano alimenti, per il resto meglio puntare sull’igiene delle mani. Fondamentale ripeto potenziare i servizi per la popolazione, ora tocca alle istituzioni mettere in campo soluzioni che permettano di vivere rispettando le regole. Su mare e centri estivi, gli organizzatori dovranno rispettare distanza, igiene respiratoria e delle mani, non vedo differenze. Dopo due mesi, di più non si può fare».

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