Coronavirus, le imprese di Roma e le aspettative post Covid: una su tre preferisce riaprire solo a fine dell'emergenza sanitaria

Coronavirus, le imprese di Roma e le aspettative post Covid: una su tre preferisce riaprire solo a fine dell'emergenza sanitaria
di Alessandra Camilletti
4 Minuti di Lettura
Sabato 11 Aprile 2020, 12:58

Nell'era Coronavirus, un imprenditore di Roma su tre preferisce aspettare, prima di ripartire, convinto che non sia possibile tornare alla normalità, anche lavorativa, prima che l’emergenza sanitaria sia finita. E ancora, un altro 28,9 per cento di imprenditori pensa che non varrebbe ancora la pena riaprire l'attività perché la domanda per i propri prodotti o servizi sarebbe ancora troppo bassa. Due dati significativi del quinto rapporto stilato dalla Camera di Commercio di Roma, questa volta concentrato su tre domande.

LEGGI ANCHE Coronavirus, il ginecologo Edoardo Valli morto per Covid scriveva su Fb: «Ho la febbre ma non mi fanno il tampone»

Quanto durerà effettivamente il lockdown? Sarà possibile tornare alla normalità, anche utilizzando le misure di distanziamento sociale? E quali provvedimenti economici adotteranno gli imprenditori per sostenere la loro attività economica? Un report focalizzato sulle prospettive e redatto subito prima che il Governo annunciasse il prolungamento del lockdown al 3 maggio, pur con alcune eccezioni rispetto alle chiusure, vedi librerie e cartolerie.
 

 

Coronavirus, a Roma la fase-due di bar e ristoranti: percorsi per l'asporto e “risto bond"
Gelate e boom di scatolame al supermercato, l'agricoltura del Lazio in ginocchio (-40%)
Roma, dalla spesa a domicilio alle farmacie e alle edicole: guida pratica ai servizi


I RISULTATI
La maggioranza degli imprenditori si è detta preparata al prolungamento del lockdown al 13 aprile, ma è possibile leggere i dati anche nell'ottica del proseguimento delle misure restrittive. La quasi totalità del campione prevede di usare le misure messe a disposizione dal decreto “Cura Italia”. La netta maggioranza degli imprenditori ritiene che il prolungamento già fino al 13 aprile non avrebbe compromesso il proseguimento della propria impresa. Il 90% delle imprese pensa che non sarà compromessa la riapertura della propria impresa, ma il 60% indica che comunque non sarà indolore perché aumenterà le perdite. Per il 10% potrebbe, invece, compromettere le possibilità di proseguire l’attività.
 

Il 71% degli intervistati pensa di poter tornare alla normalità adottando le giuste misure di distanziamento sociale, anche se nel 29% dei casi non ne varrebbe la pena perché la domanda sarebbe ancora troppo bassa. Il restante 29% pensa che è meglio aspettare la fine dell’emergenza in quanto non potrebbe adottare le giuste misure di protezione. Il 94% delle imprese utilizzerà le misure di sostegno previste dal decreto legge “Cura Italia”. Cassa integrazione (49,9%) e accesso alla liquidità (33,9%) le misure principalmente utilizzate.

LA RIFLESSIONE
E' il quinto report dall'inizio dell'emergenza coronavirus che la Camera di Commercio mette a punto per leggere difficoltà e aspettative del mondo imprenditoriale della Capitale e della città metropolitana. E questo quinto report, spiega il presidente Lorenzo Tagliavanti, «mette in evidenza, ancora una volta, lo spirito d’iniziativa e la capacità di resistenza degli imprenditori, visto che il 90% del campione è convinto che non sarà compromessa la possibilità di proseguire la propria attività con un lockdown fino al 13 aprile, ma il 60% indica anche che non sarà indolore perché, parallelamente, sarà inevitabile un aumento delle perdite. E non va sottovaluta la percentuale del 10% che teme fortemente per la stessa sopravvivenza della propria impresa. In questa fase di profonda crisi - sottolinea Tagliavanti - i provvedimenti economici varati dal Governo si rivelano un’ancora di salvezza fondamentale per sperare nel futuro e in un graduale ritorno alla normalità. Il 94% delle imprese utilizzerà, infatti, le misure di sostegno previste dal decreto legge “Cura Italia” e, in particolare, il ricorso alla cassa integrazione (49,9%) e l’accesso facilitato alla liquidità (33,9%). Misure in parte dolorose, ma assolutamente necessarie per mantenere viva la spina dorsale della nostra economia, fatta di migliaia di piccole e piccolissime imprese che, seppur colpite nel profondo, sono pronte a ripartire. Agli imprenditori, che una volta di più, dimostrano la loro resilienza va tutta la mia gratitudine. Ed è dovere imprescindibile di tutte le Istituzioni, lo ribadisco, supportare questa ammirevole tenacia con ogni azione possibile».


IL CAMPIONE
L’Osservatorio predisposto dalla Camera di Commercio ha costruito un panel di 500 imprese rappresentative delle attività economiche di Roma e provincia.
La quarta indagine è stata somministrata tra il 26 e il 30 marzo 2020. Le imprese del campione hanno nel 67% dei casi la sede nel comune di Roma e per il 33% dei casi nel resto della provincia di Roma. L’84,6% delle imprese ha tra 0 e 9 dipendenti, il 12,6% ha tra 10 e 49 dipendenti e il 2,8% delle imprese ha oltre 50 dipendenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA