Coronavirus e traffico, i decreti e il saliscendi delle polveri sottili

Il particolato non è ai livelli minimi come ci si aspetterebbe
di Stefania Piras
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Domenica 22 Marzo 2020, 11:17 - Ultimo aggiornamento: 13:13

Come sta la qualità dell'aria di Roma se tutti, o quasi tutti, restano a casa? Il traffico è diminuito come conseguenza dei blocchi imposti per contenere il contagio del Coronavirus. E la qualità dell'aria ne ha giovato ma i livelli del particolato non sono scesi ai minimi storici come si potrebbe pensare.

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Certo, negli ultimi dieci giorni non c'è mai stato un superamento del quantitativo legale di polveri sottili. Due mesi fa il blocco del traffico si era imposto per tutt'altro motivo, per sconfiggere la concentrazione di inquinanti. Nella prima decade di gennaio infatti si è andati sopra i 50 microgrammi per metro cubo di PM10, con livelli come 60 o 67, e anche sopra i 25 microgrammi di PM 2,5 che sono sempre polveri sottili. Si sforavano puntualmente le soglie legali. Ora la Capitale si ferma di nuovo e in molti casi la qualità dell'aria è peggiorata nonostante la sensazione di moltissimi romani dopo il 9 marzo, giorno in cui il governo ha cominciato a far scattare le prime restrizioni, sia di vivere in una perenne domenica ecologica. Le auto non circolano, sono state addirittura aperte le Ztl per l’assoluta mancanza di auto cui limitare le circolazione, quelle che si vedono sono guidate da persone che devono recarsi al lavoro, come ospedali o supermercati. Ma i concentrati di particolato non scendono.

Bene, allora analizziamo l'andamento altalenante delle polveri sottili negli ultimi 10 giorni. Se ai tempi dell'emergenza inquinamento la centralina con i livelli più alti era la Tiburtina, nel IV Municipio a Casal Bruciato vicino alla tangenziale, in questi giorni il livello massimo di PM 10 si è fermato a 39, una volta sola ha raggiunto i 40. Comunque sempre sotto i 50 che iniziano a destare allarme. Ci sono stati giorni in cui è scesa sotto i 30, valore che sarebbe più compatibile con un lockdown, la serrata del "Tutti a casa". Probabilmente è dovuto anche alla reazione ai vari decreti, prima quello del 9 e poi quello dell'11 marzo, che fino a che non hanno bloccato tutto hanno permesso di mettersi alla guida e raggiungere i grandi centri commerciali per fare le scorte di alimenti. Venerdì scorso, il 20 marzo, comunque il livello è tornato a salire raggiungendo quota 39. Significa che il concentrato di particolato è ripreso quasi come ai livelli di prellarme, quando non c'erano blocchi del traffico. Brutto segnale per le politiche di contenimento del virus.

Vediamo le altre centraline. In quella posizionata in via Magna Grecia, a San Giovanni nel Municipio VII, l’asticella segnava 37 il 1 marzo. Il 9 marzo è scesa a 21. I giorni successivi si registrano questi valori: 29, poi il giorno del secondo DPCM, l'11 marzo, si registra un balzo a 38 poi 24 e poi di nuovo 38, poi 26, 19 e 24 µg/mc. Il 17 marzo torna a 37, livello pre decreti. Il 18 sale a 39 e giovedì 19 marzo sale addirittura a 41 per poi scendere a 38 venerdì 20 marzo. E' come se dopo un'iniziale paura e resistenza a casa, senza prendere l'auto, si fosse tornati a circolare come se niente fosse. Se fosse imputabile al traffico auto che però nella maggior parte sono rimaste nei garage. Andiamo a verificare i valori nella centralina di Preneste, situata al Pigneto.

Ai tempi dell'emergenza smog segnava una media di 57 µg/mc e 11 giorni di superamento dei limiti nell’anno. Il 1 marzo segnava 35, poi il 9 marzo si abbassa di colpo a 18. I giorni successivi segue questo trend: 21, il giorno del secondo decreto sale a 33, poi va giù a 24, e poi risale a 32, per abbassarsi di nuovo a 22, 18, 20, 32, e poi 36 come il 1 marzo. I valori di giovedì e venerdì sono addirittura superiori: 41 e 39. Perché?
I parametri riscontrati nella centralina di Cinecittà, posizionata tra la Palmiro Togliatti e la via Tuscolana, segnano un andamento simile. Prima la paura e poi il relax: dal 9 al 20 marzo i valori registrati di PM10 sono: 20, 23, 30, 28 e poi 38. Più a Sud, nel quartiere Marconi, la centralina di “Fermi” ha registrato gli stessi sbalzi. Il 10 marzo, il giorno dopo il primo DPCM il valore è 28, superiore al giorno prima. Il 12 marzo, giorno successivo al secondo decreto, è 25. Ma il 13 marzo arriva a 35. Il 19 marzo sale a 38. Si tratta di stazioni di rilevamento della qualità dell'aria poste vicino a grandi arterie viabilistiche, quindi hanno un feedbak piuttosto fedele.

Il 19 marzo ad Arenula e Malagrotta si registrano picchi di polveri sottili di 38  e 43 microgrammi per metro cubo. A Bufalotta e Cipro lo scorso 13 marzo, con ben due decreti attivi, i valori segnano 36 e 30.

Ma la qualità dell'aria non migliora neppure dove la centralina sorge dentro una grande area verde come Villa Ada nel quartiere Trieste Salario. Qui i valori di O3 sono tra i più alti della città: 88 su 180 il 9 marzo e addirittura superiore (103) lo scorso 20 marzo. anche con le auto completamente ferme e i posti di blocco che denunciano l'automobilista sprovvisto di motivi validi per muoversi. Problema del riscaldamento delle case o delle polveri sottili che comunque rimangono a terra?

 

 

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