Regione Lazio, D'Amato: «Esami a campione sugli studenti e ipotesi mascherine all'aperto»

Roma, l'assessore D'Amato: «Esami a campione sugli studenti e ipotesi mascherine all'aperto»
di Francesco Pacifico
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Giovedì 6 Agosto 2020, 00:16 - Ultimo aggiornamento: 07:10

«A settembre raccoglieremo quello che stiamo seminando adesso. E già in questi giorni, in termini di contagio, paghiamo i comportamenti legati alle due principali questioni del momento: un certo tipo di movida e i cosiddetti casi d’importazione». Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità della Regione Lazio, è sempre stato molto cauto sulla gestione del Covid. Ma in queste ore non nasconde una certa preoccupazione: serve essere più virtuosi tanto che, in caso contrario, la Regione è pronta a introdurre l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto.

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Quasi ogni giorno si registrano assembramenti davanti a locali e spiagge.
«Non c’è la giusta consapevolezza che è importante proteggersi. E che ciò che viene fatto mette a repentaglio la propria condizione e quella degli altri. Abbiamo realizzato un video per parlare ai giovani, per dire loro “fate attenzione al virus, colpisce voi e le persone a voi care”. Prescrizione vitale poi in prospettiva del rientro a scuola».

Pochi usano la mascherina.
«E noi andiamo avanti con una forte campagna di convincimento. Al momento, all’ordine del giorno, ci sono l’aumentare la consapevolezza del problema, i controlli e la responsabilità dei gestori degli esercizi pubblici».

E se non basta?
«Se non basterà, ma soprattutto se la curva epidemiologica salirà con l’indice dei contagi Rt verso il livello 1,5, siamo pronti a misure più stringenti. Come l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto da settembre. Aspettiamo i dati, Però, vorrei sottolineare che dietro il “costringere” c’è soltanto una necessità di fare prevenzione».

La situazione è stabile: non peggiora ma non migliora. 
«Sì, i dati sono abbastanza stazionari, con l’indice Rt ancora intorno a quota 1. Con i miei tecnici definiamo questa fase di “alto piano”. I focolai, poi, sono legati a due fattori: i casi d’importazione e la movida. Su quest’ultimo fronte sono già diverse le strutture, stabilimenti balneari ed esercizi commerciali, interdetti. E se le attività di controllo devono farle le forze dell’ordine e la polizia locali, anche i gestori devono migliorare i loro livelli di attenzione: con la crisi in atto una nuova chiusura può essere dannosa per l’economia».

L’unica soluzione è il vaccino?
«La soluzione al momento è essere cauti, monitorare, tracciare e prevenire. Ma il vaccino fa parte della nostra strategia di prevenzione. Già da agosto partirà la sperimentazione sull’uomo all’Istituto Spallanzani. Si stanno reclutando 90 volontari. È la prima in Italia e collaboreremo con strutture di Verona, Piacenza e Cremona, dove l’incidenza del virus è più alta».

Come va con i viaggi dei bus dalla Romania?
«C’è già un’attenzione particolare, mandando le Usca-r, le nostre squadre d’intervento con medici e infermieri per fare i test ai terminal dei bus di Tiburtina e Anagnina. Ma siccome ci siamo accorti che i mezzi cambiano percorso o le corse sono disdette, siamo pronti a fare i controlli, sempre su base volontaria, alle barriere autostradali, Nord ed Est, nei momenti di maggiore afflusso».

Quando partiranno?
«Prestissimo, ma una data non la do, perché i conducenti dei bus sono bravissimi a trovare percorsi e parcheggi alternativi. Ci stiamo coordinando con le autorità competenti, Prefettura in primis, e le Autostrade. In questo ci aiuta la tecnologica, che riesce a tracciare i mezzi dai Paesi inseriti nell’ultima ordinanza (Romania, Bulgaria e Ucraina) dove i contagi sono più alti».

Ha chiesto nei giorni scorsi più aiuto alla polizia locale.
«So che la Prefettura ha sentito il Comando. Alla polizia municipale abbiamo segnalato i parcheggi impropri usati dai bus, dove a differenza di Tiburtina e Anagnina, non si effettuano test. Ci hanno promesso di fare tutto il necessario. Aspettiamo».

Preoccupato per la riapertura delle scuole a settembre?
«Effettueremo i test sierologici, in tutto 120mila, al personale docente, tecnico e di sostegno. Iniziamo il 20 agosto e faremo anche esami a campione tra gli studenti. Ma molto dipenderà anche dalle famiglie: non mandateli alle feste prima del ritorno in classe, preservateli». 

Altre strategie?
«La copertura vaccinale per l’influenza. Abbiamo già comprato 2,4 milioni di dosi e abbiamo introdotto l’obbligo per over 65 e soggetti cronici. Perché accanto alla pandemia, avremo a che fare anche con la stagione dell’influenza autunnale. E i sintomi possono essere simili. Non possiamo creare sovrapposizioni nelle strutture di cura. Non è detto che non si estenda la copertura vaccinale». 
 

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