Coronavirus, tredici medici contagiati nel Lazio, l’assessore D’Amato: «Il sistema tiene»

Coronavirus, tredici medici contagiati nel Lazio, l’assessore D’Amato: «Il sistema tiene»
di Alessia Marani
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Martedì 10 Marzo 2020, 10:26

Coronavirus, un altro anziano di Cassino morto e venti casi positivi in più rispetto al giorno precedente: a ieri, alle 14, i casi positivi accertati al Covid-19 nel Lazio e conteggiati dalla protezione civile erano saliti a 97. Ma la conta aggiornata alle 17 ne registrava 102, mentre dalle Asl arrivava poco dopo un aggiornamento a quota 107. Tredici tra i positivi sono medici.

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Aumentano i casi sospetti segnalati e presi in cura e le persone assegnate alla quarantena preventiva: hanno superato quota tremila (3026) di cui 2155 sono a Roma, il 50 per cento in più. Mentre gli ospedali stanno allestendo nuovi reparti e posti letto riservati al Covid-19. «Il sistema sta tenendo – spiega l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato che ringrazia tutti gli operatori in prima linea – e ci stiamo attrezzando per ogni scenario». Un bilancio della giornata è stato stilato nel corso della ormai abituale videoconferenza tra la task-force regionale e i direttori generali delle Asl e, appunto, si allarga la platea delle persone in isolamento e sorveglianza domiciliare. Ieri cinque pazienti sono stati trasferiti dallo Spallanzani alla città militare della Cecchignola: non hanno più bisogno di un letto d’ospedale, ma a casa non possono tornare perché magari vivono con anziani, minori, ammalati e perciò concluderanno lì il periodo di sorveglianza. L’Esercito ha messo a disposizione posti anche al Celio.

NEL DETTAGLIO<QA0>
Intanto, la situazione negli ospedali. A Tor Vergata, da giovedì saranno allestiti 8 posti letto dedicati al Covid-19. Qui tutti i dipendenti sottoposti a tampone sono negativi tranne una infermiera ricoverata allo Spallanzani per cui si stanno valutando dimissioni. Da ieri è attivo il laboratorio presso il Campus Biomedico a cui conferiranno i tamponi della Asl Rm 6. Al San Camillo si lavora per allestire il reparto dedicato, qui un medico è risultato positivo ma per un viaggio al Nord Italia. Un paziente positivo anche al San Giovanni, trasferito allo Spallanzani.

Il test effettuato su 78 dipendenti ha dato esito negativo per tutti. Previsto l’aumento di 4 posti in terapia intensiva. Al Gemelli allestiti già 3 reparti Covid-19. Da ieri +31 posti letto e +16 posti in terapia intensiva. Si procede ad allestire il Columbus Hospital COVID 2. Al Sant’Andrea, da oggi 20 posti in più di terapia intensiva, dal 20 marzo altri venti. In ospedale c’è 1 positivo. All’Umberto I ci sono 4 medici e 3 specializzandi in isolamento domiciliare positivi al coronavirus e in buone condizioni. Si sta lavorando per 19 posti terapia intensiva per il Covid-19.

Il quadro delle Asl. Alla Rm1 sono in carico 250 persone in osservanza domiciliare, 20 i posti letto di terapia intensiva al San Filippo Neri e 10 al Santo Spirito. Alla Asl Rm 2, sono 516 gli utenti in sorveglianza domiciliare e 20 le persone positive al Covid-19. Si lavora per aumentare i posti di terapia intensiva: +2 all’ospedale Pertini e +11 al e Sant’Eugenio. Alla Asl Roma 3, un caso positivo in sorveglianza domiciliare, come altri 400 non positivi. Alla Asl Roma 4 c’è un caso positivo al coronavirus in sorveglianza domiciliare con link nord Italia, 161 le persone ai “domiciliari”. Una coppia positiva si trova in isolamento all’ospedale San Paolo di Civitavecchia. Qui si sta provvedendo ad attivare un reparto ad hoc con 13 posti letto. Nella Asl Rm 5 (Guidonia, Monterotondo, Tivoli) sono 9 i positivi, 247 le persone in sorveglianza domiciliare e si stanno formando 48 infermieri per sorveglianza domiciliare. Alla Asl Roma 6 (Pomezia, Anzio, Castelli) i casi positivi solo 21 e di tutti è stato ricostruito il link epidemiologico, 581 le persone in sorveglianza domiciliare, 15 quelle che hanno concluso il periodo di sorveglianza domiciliare. Tre i posti liberi in terapia intensiva. 

GLI ANZIANI
Domenica sera è deceduto allo Spallanzani un uomo di 81 anni originario della provincia di Campobasso positivo al covid-19. L’anziano era stato trasferito in gravissime condizioni dal San Raffaele di Cassino il 4 marzo con «gravissime patologie preesistenti a molti organi vitali». I medici dell’istituto di Malattie infettive hanno fatto di tutto per salvarlo, ma purtroppo non ci sono riusciti. «Riteniamo che il paziente sia deceduto per le patologie prevalenti e preesistenti all’infezione - sottolinea la direzione sanitaria dello Spallanzani - abbiamo comunque disposto il riscontro autoptico al fine di confermare le valutazioni cliniche». Nel Lazio si contano in tutto 5 decessi collegati al coronavirus: un 75enne proveniente sempre da Cassino, una novantenne a Pomezia, un’altra anziana al San Giovanni e una ottantenne originaria di Cremona arrivata allo Spallanzani da Formia.
 

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