Coronavirus Roma, Jacopo che ha incantato Piazza Navona suonando la musica di Morricone: «Che emozione gli applausi»

Jacopo Mastrangelo suona su Piazza Navona la colonna sonora di C'era una volta in America, di Ennio Morricone
di Roberta Savona
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Lunedì 30 Marzo 2020, 13:47 - Ultimo aggiornamento: 19:50

Diciotto anni, chitarra elettrica tra le mani, una maglia azzurra e Piazza Navona ai suoi piedi. Una piazza mai così vuota e su cui sventola libero un tricolore, mentre un tramonto di quelli che non hanno eguali al mondo, scende dolcemente sui tetti di Roma nella terza domenica di quarantena. L'immagine di Jacopo Mastrangelo che suona per la sua città, è già storia.

Lo studente romano all'ultimo anno di liceo e con la passione per la musica, che studia sin da piccolo, non ha un motivo ben preciso per suonare il "Deborah's Theme", di Ennio Morricone. Jacopo e il papà Fabio scelgono un tema al giorno e questa volta, è toccato alla colonna sonora del celebre capolavoro "C'era una volta in America", pietra preziosa che il regista Sergio Leone incastona nella storia della cinematografia mondiale nel 1984 e le cui musiche, sono curate proprio dal maestro Morricone, tra i primi motivi d'orgoglio italiano nel mondo. E chissà se prima di intonare il brano alla chitarra, Jacopo era conscio di cotanta bellezza.

Chissà se avrebbe creduto che di lì a poco, oltre diecimila condivisioni in 24 ore e altrettanti commenti e like al video postato dal papà Fabio, avrebbero portato la sua esibizione a fare il giro del mondo. Domande lecite per chi è rimasto a guardare e a sognare sulle note immortali del film di Leone. «Ho provato una sensazione fantastica, non si puó descrivere pienamente a parole, ero molto emozionato, tremavo in ogni parte del mio corpo. Una piazza vuota mette più paura di una piazza piena», afferma il giovane chitarrista che, a proposito degli appuntamenti giornalieri in balcone, sostiene: «Penso sia giusto farlo. Siamo in un momento in cui l’unica cosa giusta da fare è rimanere a casa, io mi sento di voler fare qualcosa in più, mi sento di voler dare speranza alle persone».
 


Ancora una volta la musica, filo rosso della quarantena italiana, ripetuta e condivisa tra dirimpettai, come unico antidoto alla pandemia di coronavirus di cui il Paese è ostaggio. «Fare questo gesto ha significato tanto per me. Tutte quelle persone che mi ringraziavano, tutti quegli applausi e quelle persone, mi hanno fatto comprendere che la gente ha capito il messaggio che volevo inviare», continua commosso Jacopo, che dall'attuale momento si aspetta coesione. «É una situazione difficile, ma mi aspetto che anche da distanti, tutti noi possiamo resistere e superare tutto. È un futuro particolare quello dei giovani come me, complicato, soprattutto per noi maturandi».
Parole che esprimono sensazione di incertezza da parte del ragazzo, ma anche la speranza che insieme possiamo farcela e che forse con la musica ci si riesce anche meglio. Il prossimo appuntamento con Jacopo e la sua speranza è alle 19.00, ancora sui tetti di Roma.

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