Coronavirus, ragazzi italiani bloccati in Florida: rimpatriati oggi a Fiumicino

I giovani rimpatriati dalla Florida a Fiumicino
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Lunedì 20 Aprile 2020, 10:05

«Finalmente in Italia, dopo un periodo difficile in attesa di poter rientrare»: sono sbarcati questa mattina alle 7.45, all'aeroporto di Fiumicino,​ un centinaio, tutti con la mascherina indosso, dei circa 140 ragazzi italiani del progetto Disney che erano rimasti bloccati in  Florida.​Per loro il consolato generale a Miami e l'ambasciata italiana a Washington, in stretto raccordo con la Farnesina, hanno seguito da vicino il caso, organizzando un volo speciale di rimpatrio da Orlando, in raccordo con la compagnia Neos. Un'altra parte dei ragazzi proseguirà alle 8.40 con lo stesso aeromobile alla volta di Milano Malpensa.

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I giovani erano rimasti bloccati dopo che, a causa dell'emergenza da coronavirus, la Disney World aveva sospeso 43.000 dipendenti, fra cui appunto gli italiani, originari di varie parti del nostro Paese (diverse regioni del nord, Lazio, Sardegna, Puglia) di età compresa fra i 18 e 28 anni, trovatisi nell'impossibilità di trovare​ un volo che li riportasse in Italia. La pandemia di coronavirus ha fermato infatti anche il mondo di Disney World ed i suoi famosi parchi di Orlando in 
Florida. La società di Topolino ha deciso di sospendere i contratti di lavoro per 43 mila dipendenti, promettendo la ripresa solo ad emergenza finita. Tra loro anche i ragazzi italiani, andati a lavorare - a vario titolo - nei parchi del divertimento, ma poi rimasti bloccati in un Paese, alle prese con il virus, che ha chiuso di fatto i voli.​I ragazzi erano arrivati a Orlando grazie al Cultural Representative Program della​ Disney, un programma di scambio culturale che garantisce un contratto di un anno a tempo determinato. Il 16 marzo il parco è stato chiuso per l'emergenza coronavirus. I dipendenti sono stati messi in quarantena, ma la​ Disney​ ancora per qualche settimana ha continuato a garantire un numero minimo di ore per consentire ai ragazzi dello scambio culturale di pagare l'affitto e acquistare i beni di prima necessità. Il 6 aprile, però, tutti i partecipanti al Cultural Representative Program sono stati licenziati per mail.

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