Castelli, nell'ospedale di Ariccia un nuovo reparto per i malati da Coronavirus

Castelli, nell'ospedale di Ariccia un nuovo reparto per i malati da Coronavirus
di di Luigi Jovino
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Martedì 17 Marzo 2020, 09:51
Coronavirus: sarà aperto il 21 marzo prossimo al terzo piano dell’Ospedale dei Castelli, ad Ariccia, un reparto di 20 posti letto per la cura dei pazienti positivi. La notizia è stata data in video conferenza da Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio. Intanto aumentano nell’Asl Rm6 i casi di contagio da Covid 19. In tutto i positivi accertati dovrebbero essere 25. Ieri altri 4 casi. Il nuovo reparto dovrebbe ospitare i malati da Covid 19 che non hanno bisogno di terapia intensiva. Grande l’impegno che stanno mettendo i sanitari e la Asl Rm6 per creare un percorso che eviti il contatto tra i degenti. È partita anche la ricerca di medici specialisti: virologi, infettivologi, geriatri e pneumologi, che dovranno garantire l’assistenza. Alcune di queste figure professionali già sono in organico nell’Ospedale. Per quelle mancanti si sta provvedendo alle assunzioni.
Attualmente all’Ospedale dei Castelli c’è un reparto di medicina d’urgenza con 8 posti letto per i malati infettivi. Altri 4 posti letto ci sono in una sala vicino al Pronto Soccorso e ulteriori 4 nella tenda C del pre-triage. In questi reparti vengono ricoverati i malati che hanno sintomi riconducibili alla infezione da Coronavirus. L’accertamento della patologia con apposito tampone avviene in un arco di tempo compreso tra 24 e 56 ore. Negli ultimi tempi gli accessi al Pronto Soccorso dell’Ospedale dei Castelli sono calati almeno del 50 per cento rispetto a un mese fa, ma le procedure per la verifica delle patologie impongono molto tempo, proprio perché bisogna usare tutte le cautele per evitare il contagio tra i malati ed i sanitari stessi. In prima fila ci sono gli infermieri ed i medici del Pronto Soccorso, che anche ieri si sono lamentati perché i materiali monouso di biocontenimento scarseggiano.
«Ce la stiamo mettendo tutta - afferma un sanitario del Pronto Soccorso - Vinceremo questa battaglia e ci sono di grande conforto le iniziative di solidarietà espresse nei giorni scorsi dai cittadini nei nostri confronti». I casi accertati nei 16 comuni dei Castelli Romani sono circa 25 sparsi tra Velletri, Albano, Cecchina, Monte Porzio, Monte Compatri, Rocca di Papa, Nemi, Albano, Frascati. Inoltre si attendono i risultati dei tamponi eseguiti. La Regione Lazio, attraverso i siti internet ufficiali comunica che «ieri nell’Asl Rm 6 ci sono stati 4 nuovi casi positivi, mentre 188 sono le persone uscite dalla sorveglianza. Si registra anche un grande incremento delle donazioni di sangue. Sono state raccolte infatti quasi 1.000 sacche». I sindaci dei comuni castellani stanno facendo di tutto per dare le informazioni necessarie e per rassicurare i cittadini. 
Il primo cittadino di Velletri, Orlando Pocci, ha postato sulle pagine social del comune la notizia che sono 7 i casi ad oggi registrati nella sua città. I contagiati hanno un età compresa tra i 33 e i 75 anni. Diverse sono anche le persone in isolamento domiciliare, tra cui alcuni operatori sanitari del 118, con sintomi riferibili all’infezione da Covid 19. Il vice sindaco di Ariccia, Elisa Refrigeri, ha lodato il grande impegno dei volontari e della Polizia Locale che stanno dando un grande aiuto ai più deboli e ai bisognosi. In ogni comune è stato attivato il servizio di consegna a domicilio di farmaci e generi alimentari. Il servizio è stato accolto benissimo dai cittadini. Le richieste sono in costante aumento. Ieri in molti comuni è stato dato corso alla sanificazione degli ambienti pubblici e delle strade. Insomma il lavoro delle amministrazioni e dei volontari è incessante. La vicesindaco di Ariccia lancia anche un ulteriore appello «Auspico - dice - che possano essere messe a disposizione risorse e spazi sul nostro territorio per fronteggiare l’emergenza. Oltre ai 20 posti letto all’Ospedale dei Castelli, annunciati ieri in video conferenza dall’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, sarebbe opportuno studiare strategie e situazioni attuabili che possano tenere in considerazione anche gli ospedali chiusi di Albano e Genzano».
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