Coronavirus, a Roma boom acquisti online: è seconda solo alla Lombardia zona rossa

Quanto abbiamo comprato online in questi due mesi?
di Stefania Piras
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Mercoledì 6 Maggio 2020, 14:56 - Ultimo aggiornamento: 15:34

Coronavirus Il Lazio, ma come vedremo i dati si rifericono per il 97% alla Capitale, si è dimostrata una zona iper digitalizzata alle prese con i bisogni della spesa e al confronto con le altre regioni d'Italia. Il Lazio è dietro solo alla Lombardia come tasso di utilizzo dell'e-commerce in questo periodo: si è comprato online più a Roma che nell'Emilia Romagna dove in alcune zone la violenza del virus ha raggiunto le punte della Lombardia. E i dati riguardano per il 97,5% Roma, perché gli altri capoluoghi di provincia hanno percentuali bassissime di utilizzo dell' ecommerce, sotto l'1%. Roma da sola si piazza invece dietro alla Lombardia che per evidenti motivi, è stata da subito zona rossa, è sul podio della classifica di utilizzo dei servizi di delivery con prenotazione digitale. Weborama, che ha condotto questa ricerca si è focalizzata sulla spesa online, il food delivery e l’e-commerce, Dal lockdown istituto dal Governo il 9 marzo, gli italiani stanno affrontando una situazione del tutto nuova, soprattutto per ciò che riguarda gli acquisti quotidiani. Bar e ristoranti sono chiusi e tra le poche attività aperte ci sono i supermercati che però, a causa dell’emergenza sanitaria in atto, spesso prevedono lunghe file e, in qualche punto vendita, hanno scaffali sguarniti e assortimento ridotto.

La top 10 delle regioni più interessate all’e-commerce in Italia 
Nella top 10 delle regioni più interessate all’e-commerce troviamo sul podio la Lombardia con il 31%, il Lazio con il 14,5% e la Campania con l’8% seguite in quarta posizione dal Veneto che registra il 7,6%, dal 7,3% del Piemonte e dall’Emilia-Romagna con il 6%, al settimo gradino c’è la Toscana con il 5,3%, poi la Sicilia 5,1% e al penultimo posto la Puglia 4%, chiudono al decimo posto le Marche con il 2%. 

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L’interesse per la spesa online e il food delivery nelle regioni dell’Italia settentrionale
Nelle regioni del Nord Italia, in cui risiede quasi la metà della popolazione italiana, vive oltre il 62% delle persone che cercano servizi per la spesa online e quasi il 52% di quelle propense al food delivery. Dati trainati in particolare da Lombardia con il 31% di italiani interessati alla spesa online e il 28% al food delivery e soprattutto, dato inaspettato, dall’Emilia-Romagna che registra il 6,5% di interesse per il food delivery e il 10% per la spesa online riservandosi così il terzo posto a livello nazionale. La terza regione a supportare il Nord, in base all’analisi condotta da Weborama, è il Veneto dove la spesa online con il 9% supera di poco il food delivery (8%), segue poi il Piemonte con l’8% di interesse per la spesa online e il 7% per il food delivery. Queste, ad oggi, sono le regioni più urbanizzate, le aree in cui le grandi catene della GDO sono più diffuse e in cui le piattaforme di food delivery sono maggiormente presenti e che sono state più duramente colpite.

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I dati singolari dell’Italia centrale e meridionale in relazione alla spesa online e al food delivery
Nel Centro Italia, invece, la spesa online sembra essere un tema che interessa complessivamente il 23% degli italiani, mentre il food delivery registra il 25%, si differenzia la Toscana che da sola con l’9% di interesse per il food delivery si assesta al quarto posto su scala nazionale. Il Lazio svetta in classifica con il 13,5% per la spesa online e il 12,2% per il food delivery.

Per il Sud Italia sono singolari i dati registrati in Campania in merito all’acquisto di prodotti alimentari online con un interesse del 7% e del 12% per il food delivery che pone la regione al terzo posto a livello nazionale dopo Lombardia e Lazio. Fa eccezione anche la Sicilia che, tra le regioni del Sud, si stanzia, dopo la Campania, al secondo posto con il 3% di ordini online e il 5,5% di interesse per le richieste di food delivery. Secondo la ricerca di Weborama, tuttavia, in Sardegna e così come nel resto del sud, sembrano quasi ignorate le due categorie di spesa online e food delivery. Nello specifico, gli italiani interessati alla spesa online in Sardegna sono meno dello 0,5%, il dato più basso dopo la Basilicata con lo 0,11% e il Molise con lo 0,08%, mentre la Puglia rialza l’interesse al 2,8% e registra il 3,2% per il food delivery ma sancisce il distacco dall’Abruzzo all’1% e dalla Calabria con lo 0,1%. Le cause di questa disparità numerica possono essere ricercate nella diversa struttura commerciale, con botteghe, gastronomie, piccoli supermercati indipendenti e nella ristorazione che predilige modalità di delivery gestite in autonomia dal singolo ristorante, ma anche in una diversa penetrazione dell' epidemia di Coronavirus.

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Si può pensare che in aree drammaticamente colpite come Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, i consumatori siano stati più propensi ad evitare per quanto possibile di uscire di casa, mentre laddove il lockdown è stato percepito più come una misura precauzionale, la spesa settimanale o il ritiro di una pizza da asporto sono state considerate come attività legate alla quotidianità abituale.

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