Il Concertone di Roma si trasforma in versione pop. La Rappresentante di Lista star, Max Pezzali rivive i suoi "Anni"

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di Mattia Marzi
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Domenica 1 Maggio 2022, 15:53 - Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 13:18

Un Concertone pop. Con “Bella ciao” che arriva solo nel finale. Il fatto che Il canto popolare, da tradizione colonna sonora, sin dal primo pomeriggio, della maratona musicale organizzata dai sindacati in occasione della Festa dei lavoratori, si sia ascoltato per la prima volta sul palco solo intorno alla mezzanotte - suonato da L’Orchestraccia - la dice lunga sul presente della manifestazione. Poco importa che gli organizzatori abbiano provato in qualche modo a recuperare una certa militanza con uno slogan come “Al lavoro per la pace”, la presenza della band di Kiev dei Go_A (la frontwoman Kateryna Pavlenko ha aperto lo show con “Imagine” di John Lennon) e omaggi al popolo ucraino come quello di Fabrizio Moro (ha suonato una nuova versione di “Non mi avete fatto niente”, preceduta da rumori di bombe e elicotteri in volo): la trasformazione pop del Concerto del Primo Maggio, che quest’anno è tornato in Piazza San Giovanni dopo tre anni (senza restrizioni né limiti di capienza), ha cancellato la vocazione politica del Concertone. 

Ambra conduce, Max Pezzali incanta la folla

Condotto dall’ex reginetta di “Non è la Rai” Ambra Angiolini, per la quinta volta al timone, l’evento quest’anno è stato un potpourri iper pop, tra ex talent, icone della “Gen Z” e campioni dello streaming, da Deddy (rivelazione dell’ultima edizione di “Amici” di Maria De Filippi) a Ariete, passando per gli Psicologi, Bresh, Rkomi, Coez.

Sono stati loro i più applauditi dalla piazza, insieme a star del pop italiano – di vecchia e nuova generazione – al loro debutto assoluto sul palco del Concertone, come Max Pezzali (non si è visto in tv, ma il fuorionda durante il quale la folla di Piazza San Giovanni ha cantato all’unisono i ritornelli de “Gli anni” e “Come mai”, durante uno stacco pubblicitario, è stato uno dei momenti più belli).

 

«Ciao ciao», La Rappresentante di Lista è la star

A infiammare la piazza in apertura del segmento serale, dopo la pausa tg, è stata La Rappresentante di Lista: “Amare” e “Ciao ciao” è stato l’uno-due perfetto che ha fatto scatenare i ragazzi sotto il palco, tra funk, pop apocalittico (“Questa festa è la fine del mondo”, la scritta dietro la giacca del polistrumentista Dario Mangiaracina) e ritmi tribali. È il loro momento e sono stati i migliori in assoluto. A ricreare sul palco le atmosfere dei gloriosi Concertoni degli anni a cavallo tra i ‘90 e i primi Duemila è stata Carmen Consoli: accompagnata da Marina Rei alla batteria, la cantantessa siciliana – alla sua nona partecipazione: si è visto e sentito – ha fatto ascoltare “Per niente stanca”, “Besame Giuda”, “Geisha” e “Confusa e felice”. Il momento revival è durato poco: subito dopo di lei sono arrivati Rkomi, Luchè, Mara Sattei, Gazzelle, che hanno riportato le lancette del tempo al presente. 

L’organizzatore Massimo Bonelli, che muove i fili del Concertone da ormai otto anni, alla vigilia era stato chiaro: “Negli Anni ‘20 del nuovo millennio il Concerto del Primo Maggio dev’essere l’emporio della musica italiana: chi sta iniziando a fare un percorso importante qui trova un primo palco televisivo che lo sdogana al grande pubblico”. Marco Mengoni – anche lui debuttante al Concertone – durante il suo set ha suonato una cover di “Blowin’ in the wind” di Bob Dylan. E proprio al Bardo di Duluth rubiamo un verso che si presta bene a definire il nuovo corso del Concertone: “The times they are a-changin’”, “I tempi stanno cambiando”. O forse sono cambiati già.

 

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