«Ti servono biglietti? Guarda, oggi per il Colosseo è tutto esaurito, ma se vuoi entrare te li do io». Così parlò l’adescatore a quattro metri di distanza dalla biglietteria ufficiale dell’Anfiteatro Flavio. Piazza del Colosseo, afa estiva, via vai di turisti stranieri, bivacchi sui marciapiedi. Cartoline degne di una foto di Martin Parr. In principio era il salta-fila, ora l’abbocco dei promoter turistici sulla strada è quello del biglietto “fast & safe”, veloce e sicuro, in una parola, garantito, che offre al turista sprovveduto il miraggio di dribblare lo spettro del tutto-esaurito. «No sold-out, stai serena, vieni con me, ti porto al gruppo che sta per entrare». Parla perfetto inglese e spagnolo. Origini, extracomunitarie. Signore e signori, ecco che al Colosseo e ai Musei Vaticani va in scena il perfetto business del bagarinaggio. L’abbocco tradizionale dello “skip the line”, del salta-la-fila, cede il passo ad una nuova strategia figlia dei tempi (e delle regole) post Covid. «La pandemia ha portato un grande cambiamento rispetto ad anni fa: i biglietti possono essere comprati solo online e non è più possibile acquistarli alle casse in loco», precisa Isabella Ruggiero presidente dell’Agta, l’Associazione delle Guide turistiche abilitate.
Il sistema
«L’obbligo della prenotazione e l’eliminazione delle casse ha vari aspetti positivi: permette di gestire al meglio il numero di biglietti, di “spalmare” i flussi e di evitare le file. Ma contrasta in parte il bagarinaggio perché i salta-fila erano quelli che si avvantaggiavano di più dalla vendita in loco». Molti sono i turisti che arrivano preparati. Ma una buona fetta sono sprovveduti. Loro, la nuova legione dei bagarini si muovono ad arte intorno al Colosseo e in zona Vaticano. «I bagarini lavorano tutti per agenzie organizzatissime - sottolinea Isabella Ruggiero - che hanno mezzi tecnologici e finanziari per comprare i biglietti quando vengono immessi online, sia quelli del Colosseo che dei Musei Vaticani. E questo danneggia gli altri operatori del turismo sia il visitatore, perché si registra il tutto esaurito in pochi secondi». E bisogna fare una distinzione: «I “capi” della piazza sono adesso soprattutto dell’Europa dell’Est, romeni e serbi, e italiani, mentre del Pakistan o India, sono soprattutto quelli che adescano e vendono tour, e vengono pagati dalle agenzie a seconda di quanto vendono». Al Colosseo sono operativi sul lato tra via dei Fori Imperiali e l’Arco di Costantino, sulla terrazza di Largo Agnesi, all’uscita della metro Colosseo. Ma costi? «Per una visita al primo livello intorno all’arena sono 35 euro, se paghi cash. Se paghi con carta di credito, abbiamo il poss, ma diventano 40».
La spiegazione è dettagliata e precisa. «Abbiamo un tour ora in spagnolo, poi un tour in inglese.
L’outfit
Insomma, l’outfit punta alla mimetizzazione. Soprattutto al Colosseo. Qui, sulla piazza, i bagarini hanno un sistema di sentinelle. Ieri, per esempio, alle 12,30 è arrivata la Guardia di Finanza ed è scattato l’allarme. Passaparola. E i venditori dell’easy-ticket sono entrati in modalità turisti: seduti su muretti. Profilo basso. C’è da dire che sulla piazza spicca uno spiegamento di forze, con un presidio di polizia locale. Fisso, su un lato del Colosseo (quello verso via Fori imperiali). Forse troppo fisso?
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