Nuovo look per la colonna dell'Immacolata: «Le luci sono da premio Oscar»

Nuovo look per la colonna dell'Immacolata: «Le luci sono da premio Oscar»
di Alessandra Camilletti
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Lunedì 6 Maggio 2019, 08:51

Il primo colpo d'occhio è sulla citazione di Mosè. Una luce arancione illumina il basamento della statua dell'Immacolata, in piazza di Spagna, dove siedono i profeti David, Isaia, Ezechiele e proprio Mosè. Il secondo colpo d'occhio arriva sulla parola Immacolata pronunciata ancora dal maestro Vittorio Storaro. Preme l'accensione il cardinale Angelo De Donatis, vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma, che porta i saluti e la benedizione di Papa Francesco. La colonna s'illumina fin su, dall'arancio a un chiarore mai visto. E che rammarico non si possa vedere da vicino il volto della Madonna, che Bruno Vespa descrive di una «dolcezza straordinaria», a vista di cannocchiale. Da Vespa nasce l'idea. Ed è un viaggio di sensazioni, quello che racconta Storaro, tre volte Premio Oscar per la fotografia, per le luci, che con la figlia Francesca firma il progetto della nuova illuminazione inaugurata ieri, che è dell'Immacolata, di piazza di Spagna, di Roma tutta.
 



La sindaca Virginia Raggi parla di un intervento «nato qualche mese fa e portato avanti con determinazione in un gioco di squadra. Ringrazio Bruno Vespa non solo per l'idea ma per aver finanziato e donato questo progetto». L'insolita temperatura è proprio da 8 dicembre. C'è vento frizzante ma attorno alle 21 c'è anche l'unico squarcio di sereno tra nubi nere. E davvero sembra non essere un caso. Racconta Bruno Vespa, che da queste parti è di casa: «Mi faceva grandissima tristezza vedere la Madonna buia». E un «vecchio sogno» si concretizza. «Alla fine dell'anno scorso ho rivisto Vittorio Storaro. E perché non mettere al servizio della Vergine la sua straordinaria capacità artistica e di Francesca dice Vittorio si è innamorato, la sindaca si è entusiasmata e in pochissimo tempo si è riusciti a fare una cosa che poi semplicissima non è. Sono contento che i romani e milioni di turisti possano la sera avere la compagnia benedicente dell'Immacolata concezione». Un'illuminazione «dalla terra verso il cielo» spiega Michaela Castelli, presidente di Acea, l'azienda che ha concretizzato l'intervento, in accordo con la Soprintendenza speciale di Roma e con la Sovrintendenza capitolina. Ventinove proiettori, 24 invisibili nella pavimentazione e cinque attorno, con una «tecnologia led che garantisce risparmio e rispetto del monumento». Basti pensare «che la colonna consuma un chilowatt», dice Francesca Storaro, che aggiunge: «Non è solo illuminare ma raccontare attraverso la luce».
 
 


IL MESSAGGIO
Il maestro Vittorio parte dal «principio, il viaggio che l'essere fa dall'umano al divino, dalla terra al cielo». Viaggio per punti. Dai profeti, che «iniziarono a parlare dell'Immacolata concezione». Al colore, l'arancio, che dà il «senso dell'intuizione, di qualcosa di superiore alla coscienza. Il colore simbolico dell'elemento della terra». E la forma: «Platone ci racconta che il quadrato è il simbolo della terra, i profeti siedono sulla base quadrata. Il basamento poggia su una pavimentazione ottagonale e l'ottagono ha il significato di un nuovo giorno». L'ottavo giorno, «simbolicamente l'inizio dell'era cristiana». Sì, un «viaggio in elevazione» raccontato da una «illuminazione morbida che circonda il monumento in partenza e si innalza a toccare la colonna che si illumina sempre più di luce bianca». Fino alla Madonna, a tutta luce «in modo che non si faccia alcuna ombra su di lei. Perché la Madonna è stata sempre l'Illuminata». Ospite l'ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede María del Carmen de la Peña Corcuera. Presenta il giornalista Alberto Matano. Intona l'Ave Maria il tenore Vittorio Grigolo. Il cardinale De Donatis chiude, rivolto all'Immacolata: «Ora sei rivestita di luce sfolgorante, fatta da mani d'uomo. Farà risplendere nella notte il tuo volto e ogni cuore ricorrerà a te».

 

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