Cocaina nella buca postale, catturata la banda dei Castelli: 5 arresti. La base in un ristorante

Per comprare gli stupefacenti veniva usato anche il reddito di cittadinanza

Cocaina nella buca postale, catturata la banda dei Castelli: 5 arresti
di Karen Leonardi
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Martedì 31 Maggio 2022, 08:10

La droga veniva pagata anche con il reddito di cittadinanza, la consegna era sempre puntuale. A domicilio, magari con un lancio preciso dal finestrino dell'auto. Ma il più delle volte, per non dare nell'occhio, la si lasciava in posti insospettabili: dentro la cassetta delle lettere, sotto gli zerbini oppure nei vasi dei fiori, con le bustine infilate nel terriccio. Insomma, i trafficanti le avevano pensate un po' tutte, ma la loro abilità non è bastata. La banda dei Castelli Romani, che poteva contare anche sull'appoggio di due militari dell'Arma, uno in sevizio l'altro in pensione, è stata sgominata al termine di una complessa indagine: cinque le persone arrestate tra Ariccia, Ardea, Albano e Roma dai carabinieri della compagnia di Castel Gandolfo.


LA BASE
Il gruppo criminale, radicato da tempo nel territorio della provincia, era dedito alla produzione e allo spaccio al dettaglio di cocaina, hashish e marijuana. In totale nell'operazione sono stati sequestrati 7,2 chili di sostanza stupefacente. La banda aveva una base logistica in un ristorante rinomato di Ardea, punto di riferimento gastronomico soprattutto per i villeggianti nel periodo estivo. Da qui la droga, confezionata in dosi e suddivisa in pacchetti, arrivava fino alla Capitale. Un mercato con un giro di oltre 60 mila euro al mese, tra cocaina e hashish, droga che purtroppo finiva anche nelle mani di minorenni. Ragazzi di ogni età, divenuti ormai clienti assidui, che puntualmente si rifornivano di stupefacenti. Il Tribunale di Velletri, a sigillo dell'operazione iniziata già lo scorso anno, in queste ore ha chiuso il cerchio su tutti i personaggi posti nel mirino: 5 ordinanze di custodia cautelare e 8 persone indagate in stato di libertà, per spaccio e coltivazione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, nonché truffa aggravata ai danni dello Stato ed indebita percezione del reddito di cittadinanza.

Tra le persone indagate ci sono anche i due carabinieri, entrambi dei Castelli Romani, accusati di avere informato uno dei sospettati circa l'esistenza di un procedimento penale a suo carico.

Le ordinanze, disposte dal Gup su richiesta della Procura veliterna, sono state eseguite l'altro ieri all'alba dai militari del comando castellano guidati dal capitano Davide Acquaviva, con il supporto di un velivolo del Nucleo Elicotteri di Pratica di Mare e di unità cinofile. Nel mirino della vasta operazione i 5 organizzatori del traffico: Paris Juvanito, 48 anni, di Ariccia ufficialmente celibe e Bruno Pasqualitti, 67 anni, di Ardea, sposato e pensionato, mentre gli altri sono tutti di Albano, Simone Pasqualitti 37 anni, già noto alle forze dell'ordine, Daniele Palmierini, disoccupato di 43 anni e Giuseppe Scapoli, di 37, con un lavoro insospettabile come impiegato di banca. Nella rete degli investigatori è finito anche un giovane assuntore che, per garantire il credito dell'acquisto di droga, aveva ceduto la carta di credito con la disponibilità del reddito di cittadinanza. La stessa era stata poi utilizzata dallo spacciatore per fare spese personali: nell'arco di qualche mese, come hanno accertato gli investigatori, era arrivato a fare acquisti fino a 8 mila euro, tra generi alimentari, capi di abbigliamento e carburante. Le indagini dei carabinieri erano partite nel 2021. L'attività investigativa ha preso piede da un sequestro di droga trovata dentro un vaso durante il lockdown, quando le restrizioni per il Covid avevano imposto ai pusher nuove modalità di spaccio: tra queste anche il lancio delle dosi di droga dal finestrino dell'auto in corsa per evitare il contatto - quale possibile fonte di contagio - tra pusher e cliente.

 

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