Marijana, la tragedia della clochard deceduta nel cuore di Trastevere. Il figlio: «In piena notte ha smesso di respirare»

Marijana, la tragedia della clochard deceduta nel cuore di Trastevere. Il figlio: «In piena notte ha smesso di respirare»
di Alessia Marani
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Venerdì 15 Aprile 2022, 07:22 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 16:26

Chi abita su piazza Mastai è stato svegliato dalle urla di dolore e dai pianti quasi all'alba. Un lungo lamento, poi le grida. Marijana Nanova, 68 anni ancora da compiere, di origine bulgara, è morta colta da un malore mentre dormiva su una panchina dello slargo nel cuore di Trastevere. Accanto a lei riposava anche la figlia, poco distante un altro figlio, Alberto, e altri parenti arrivati dall'Est un paio di mesi fa. Tutti accampati a popolare la piazza fatta realizzare da papa Pio IX ormai trasformata in rifugio e dormitorio a cielo aperto per senzatetto, sbandati e tossicodipendenti. Tra loro anche chi, come Valerio, d'origine moldava, ha perso il lavoro da tempo ma non la voglia di vivere e di sapere: «Conosco tante lingue, scrivo poesie e amo l'astronomia, di notte sono in un centro d'accoglienza vicino al Gemelli, ma il giorno non so dove andare». Mostra una gamba gonfia e rossa. Anche un'altra donna seduta non distante si strofina la pelle di braccia e gambe senza fermarsi. Attorno l'odore di pipì, con il cado primaverile, è nauseabondo. Dall'inizio dell'anno sono oltre una decina i clochard morti in strada nella Capitale.

«Qualcuno ha la scabbia - racconta una residente - altri bevono a tutte le ore del giorno e della notte. Ci sono habitué ma anche persone di passaggio». Dina Nascetti del comitato Vivere Trastevere sottolinea la condizione di degrado e insicurezza in cui versa l'area. «La situazione è critica - afferma - queste persone vanno aiutate ma la zona deve essere messa in sicurezza». Ai lati del portone della società operaia cattolica tiberina sono ammassati trolley e coperte, c'è anche una canadese in cui vive da tempo una donna. Marijana la conoscevano in tanti. Il figlio Alberto spiega: «La sera di martedì avevamo mangiato qualcosa insieme poi si era addormentata, non stava tanto bene, all'improvviso quando erano circa le 5,30 mia sorella si è accorta che non respirava più». La famiglia della donna ora vorrebbe portare il feretro in Bulgaria. «Avevamo già intenzione di ripartire tutti dopo Pasqua per tornare a casa nostra, vorremmo riportare anche mamma, ma il viaggio costa tantissimi soldi», dice.

Nella piazza c'è chi sta facendo una colletta. Hanno partecipato anche alcuni negozianti. Altri sono critici: «Ogni tanto l'Ama viene e butta via la roba di queste persone che già non hanno niente. Ma di certo, il degrado è inaccettabile».

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