A siglare il documento, insieme ai padroni di casa, Giovanni Salvi (procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Roma) e Fabio Massimo Gallo (vice presidente della Corte d’Appello), c’erano tutte le massime autorità degli enti coinvolti: il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, e il sindaco di Roma, Virginia Raggi, che, ognuno secondo le proprie competenze, ha assicurato la massima celerità negli interventi. Il primo passaggio, previsto dal documento, è l’avvio entro quindici giorni del tavolo tecnico coordinato dal ministero della Giustizia, a cui siederà un rappresentante per ogni ente coinvolto: servirà a individuare i problemi e definire le procedure più rapide ed efficaci per la realizzazione dell’intervento urbanistico. «L’area - ha spiegato Gallo, introducendo il progetto - ricade nel parco regionale di Monte Mario per cui ci vorrà l’esame da parte della regione per la compatibilità ambientale. Roma Capitale avrà l’onere per quanto riguarda le licenze edilizie, la viabilità e l’assetto urbano, mentre il ministero metterà i fondi. Siamo di fronte a una fortunata convergenza di manifestazioni di buona volontà».
I FONDI
Inizialmente l’edificio ospiterà i dipendenti di piazzale Clodio durante i lavori di ristrutturazione dei tre stabili, costruiti negli anni sessanta.
Poi, una volta terminati i lavori nella storica città giudiziaria, sarà utilizzato in via definitiva per ospitare altri uffici del settore penale. «A partire dal giudice di pace, che ora si trova in via Gregorio VII, in condizioni disagevoli», ha aggiunto Gallo. «Questa è la Corte di Appello più grande d’Europa, dove lavorano 500 magistrati e oltre 2000 dipendenti. Per quanto riguarda questo progetto - le parole del ministro Bonafede - sono già stati stanziati sessanta milioni di euro dal 2019 al 2028 per la realizzazione e 23 milioni dal 2018 al 20124 per la progettazione». I soldi, insomma, ci sono. Così come le buone intenzioni. «Per un cittadino è impensabile che i luoghi in cui si celebra la giustizia non siano a norma di legge. Purtroppo, questo è un fenomeno diffuso in Italia. Ma ci stiamo impegnando per risolvere questo problema». La speranza, ora, è che i lavori possano partire il prima possibile. «Renderemo il quartiere più bello e facilmente vivibile - l’auspicio del procuratore generale Giovanni Salvi - Realizzeremo la sorveglianza all’interno del parco che sarà accessibile da piazzale Clodio. Vogliamo che sia un palazzo di giustizia bello e funzionale».
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