Roma, aggredita da un cinghiale a Colle Salario: «La bestia era su di me, ho pensato di morire»

Parla Sabina De Gregorio, la 50enne aggredita: «Sentivo il suo alito e il suo grugnire mentre cercava di azzannarmi la gola»

Roma, aggredita da un cinghiale a Colle Salario: «La bestia era su di me, ho pensato di morire»
di Laura Bogliolo
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Giovedì 13 Ottobre 2022, 00:04

È animalista, ha sei cagnolini, sabato scorso aveva visto da lontano il branco. «Mi sono anche avvicinata, erano pacifici, non avevo i cani con me». Poi martedì alle 16 la tragedia. Sabina De Gregorio, romana, 50 anni, è stata aggredita da un cinghiale a Colle Salario come raccontato mercoledì dal Messaggero. «Stavo portando a spasso i miei sei cagnolini in via Fiastra, hanno iniziato ad abbaiare, credevo ci fosse un altro cane, invece, mi sono girata e ho visto la mamma cinghiale con due cuccioli di grande stazza». Sabina è ancora sotto choc, è sconvolta. «Mai mi sarei immaginata di rischiare la vita portando i cani a spasso e di finire in ospedale per l’aggressione di un cinghiale». E continua con il racconto: «Ho cercato di proteggere i miei animali, strattonandoli, correndo, ma sono caduta a terra». 

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TERRORE E FERITE
Il branco attacca prima i cagnolini che fuggono, poi la donna.

Passa prima un cucciolo, poi arriva mamma cinghiale. E iniziano i momenti di terrore. «Mi sono sentita impotente, ero immobilizzata dalla paura, ho sentito il peso della bestia su di me, il grugnito, il suo odore: stava sopra di me, ho pensato che sarei morta». L’ungulato tenta di morderle la testa, poi il collo, la ferisce con una zanna. E infine salta sopra la sua schiena. Sono attimi drammatici, pochi secondi che sembrano un’eternità per Sabina. «Alcune auto si sono fermate, ma nessuno è sceso dalle vetture per aiutarmi». A salvarla è stata Cristina, una residente che affacciata alla finestra aveva visto la scena. «È la mia eroina - dice Sabina - ha preso due bastoni e li ha fatti scappare, se non ci fosse stata lei non so cosa sarebbe successo». Il branco fugge, arriva un’ambulanza. Sabina viene portata all’ospedale Sandro Pertini. La ferita sembra essere compatibile con un tentativo di morso o con il colpo di una zanna.

 

Non solo: «Mia figlia ha anche una ferita sul collo, quel cinghiale poteva romperle la vena giugulare» racconta la mamma, Anna Maria Calvo, 80 anni che denuncia la presenza di rifiuti nel quartiere che attraggono gli ungulati. Tre i punti di sutura in testa per la donna sottoposta a radiografie per appurare se il cinghiale le avesse provocato fratture. «Mi hanno fatto anche l’antitetanica» aggiunge. Cinque i giorni di prognosi. «Ho da poco firmato un nuovo contratto di lavoro e già devo fermarmi... ». Poi l’appello: «Bisogna fare qualcosa, subito, non si può rischiare la vita portando a spasso i cani, amo gli animali e penso a controlli sul territorio, a una campagna di contenimento delle nascite e non a ucciderli». Sabina ha steso un verbale con gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale. «Voglio fare una denuncia, ma i vigili non mi hanno saputo indicare l’ufficio preposto a queste cose». Perché probabilmente non c’è, ed è la chiara dimostrazione che il “caso cinghiali” a Roma, nonostante l’emergenza e le aggressioni, ha enormi lacune. «Ma io devo denunciare - conclude Sabina - non intervenire significa lasciare la situazione così e far rischiare la vita ad altre persone». «Ormai c’è una emergenza - dice Fabrizio Bevilacqua, consigliere del III Municipio, Gruppo Misto - anche ieri in via Monte Grimano è stato avvistato un branco di 11 cinghiali, giorni fa a largo Montedinove a una signora di 76 anni un ungulato ha scippato il sacchetto dell’immondizia. Vista l’emergenza - aggiunge - ho chiesto al presidente del III Municipio di aumentare i passaggi dell’Ama perché i cassonetti sono diventati un fast food per i cinghiali, ed è urgente che Comune e Regione risolvano un problema che ormai è diventato nazionale».

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