Sfratto esecutivo al Cinema Palazzo a Roma, la beffa dei 26 mancati sgomberi

Sfratto esecutivo al Cinema Palazzo a Roma, la beffa dei 26 mancati sgomberi
di Marco Pasqua
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Giovedì 17 Ottobre 2019, 00:22 - Ultimo aggiornamento: 16:40

Il mancato sgombero del Cinema Palazzo – portato, in realtà, a termine per appena un’ora, martedì mattina, prima che venisse nuovamente occupato – è solo l’ultimo di una lunga serie di tentativi della proprietà di rientrare in possesso del suo stabile e di ripristinare la legalità a piazza dei Sanniti, nel cuore di San Lorenzo. Ventisei, per l’esattezza, sono le volte che l’ufficiale giudiziario ha fissato una data per dare la possibilità alla Area Domus di riprendersi quei mille metri quadrati, su due piani, che le sono stati sottratti con un blitz il 15 aprile del 2011. Un’occupazione motivata dalla volontà di impedire – dicono gli antagonisti – l’apertura di una sala giochi. Progetto contestato anche dall’allora presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, che il giorno dell’occupazione portò «il suo sostegno al presidio organizzato dai cittadini» (citando l’Ansa).
 




Da sinistra, Nunzio D'Erme e l'ex Br, Barbara Balzerani, davanti al Cinema

Ma perché non è mai stato possibile rispettare una richiesta della magistratura ovvero l’esecuzione di uno sfratto riconosciuto da una sentenza (datata 26 maggio 2014)? Perché in nessuna delle 26 occasioni, la Questura, su input della Prefettura, ha concesso l’ausilio della forza pubblica. E così, in questi otto anni e mezzo di occupazione ed illegalità, la proprietà ha perso circa due milioni di euro, per i mancati affitti riscossi, per l’Imu versata e per le spese legali.  Eppure, con quella sentenza del 2014, veniva stabilito che l’immobile dovesse essere rilasciato.

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«Iniziata l’esecuzione dello sfratto – ricorda una missiva inviata al Commissariato di polizia San Lorenzo nel 2017 – l’ufficiale giudiziario competente ha fissato il primo accesso per il 22 gennaio 2015». Quello è il primo giorno utile per tentare di riprendere possesso dello stabile, nel quale, intanto, si organizzavano feste, aperitivi e qualche dibattito (al quale avrebbero preso parte, negli anni a venire, ex leader delle Brigate Rosse, come Barbara Balzerani, ed esponenti di spicco dei movimenti di lotta per la casa). Un nuovo accesso viene concesso per il 18 febbraio del 2015 e, poi, ancora il 10 aprile, il 21 maggio, e così via: nel solo 2015, i tentativi andati a vuoto sono otto. In nessuno di questi, viene concesso l’ausilio indispensabile del Reparto Mobile. Nel 2016, le date utili sono sei, l’anno seguente altre 6. Si arriva al 2019, si perdono altre occasioni, fino allo scorso 18 settembre. La proprietà, accompagnata dall’ufficiale giudiziario, riesce - con uno stratagemma - a farsi aprire la porta: ma al suo interno, ci sono troppe persone, e anche stavolta lo sgombero non va a segno. 

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In queste ore, intanto, i legali rappresentanti della Area Domus sporgeranno denuncia ai carabinieri, per la rottura dei sigilli, avvenuta martedì mattina. La Digos sta ultimando la relazione che sarà poi inviata in Procura. E il 26 ottobre, gli occupanti convocheranno una assemblea, nel Cinema, con i rappresentati di Comune, Regione e Municipio, per tentare di avviare una “trattativa” con i proprietari.
 
 

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