America, ecco il video in cui Carocci viene aggredito dallo stalker di Acrobax

Sul sito del Messaggero tutta la sequenza in cui lo stalker attacca il giovane a Trastevere

Cinema America, l'aggressione a Valerio Carocci: ecco il video
di Marco Pasqua
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Giovedì 18 Novembre 2021, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 12:31

Di quell’aggressione hanno scritto in molti, anche sui social, senza aver mai visto il video che la documentava. Un filmato allegato agli atti del processo nel quale è indagato per stalking e lesioni Luca Ricci, ossessionato da Valerio Carocci, leader del Cinema America e oggetto delle attenzioni da parte di questo esponente del centro sociale Acrobax. Il video, tra l’altro, è stato fornito dalla stessa difesa di Ricci: nei fotogrammi si vede come l’indagato si avvicini a Carocci, alzi le mani al suo collo, afferrandolo, e successivamente tenti di colpirlo con dei pugni.

Video

Un episodio avvenuto il 18 luglio del 2020, che, in realtà è solo la punta dell’iceberg, perché sia prima che dopo lo stalker ha insultato e minacciato più volte il leader dell’America.

Una volta, mai emersa fino ad oggi, persino davanti alla scorta, che gli era stata assegnata dopo quell’aggressione. Il 31 agosto del 2020, infatti, mentre Carocci, accompagnato dalla polizia, si trovava in piazza san Calisto, Ricci iniziava ad urlargli contro: «Pezzo di me... ti fai proteggere. Vai in giro con la scorta che paghiamo di noi. A infami di mer...».

Frasi annotate dai poliziotti, che, subito dopo, hanno identificato l’aggressore. Qualche settimana fa, invece, Ricci urlava, durante una proiezione, nella zona di Trastevere, “Carocci mer...”. Offese che ignorano l’avviso orale emesso dal Questore e il decreto di avvicinamento, in un raggio di 50 metri, a Carocci, alla sua abitazione e al suo luogo di lavoro. Il video depositato dalla difesa, in realtà, era stato visionato dal Gup del processo, Alessandro Arturi, per rinviare a giudizio Ricci, il 19 settembre del 2021 (il processo inizierà il 1 dicembre) per stalking e lesioni personali, con l’aggravante che l’aggressione è svolta in esecuzione degli atti persecutori.

Perché la difesa, allora, ha chiesto alla procura di esaminare un filmato già noto? La risposta è semplice: il leader dell’America era stato denunciato per calunnia da Ricci e la difesa si era opposta all’archiviazione, depositando appunto quel video. Eppure, lo stesso Ricci, aveva ammesso al Gip di aver rivolto «qualche ingiuria» al suo nemico giurato: «Qualche episodio sporadico nell’arco di otto anni, qualche parolaccia per strada. In qualche occasione ho insultato, sempre questione di cinque secondi». La motivazione? «Ci sono voci di atteggiamenti poco carini nei confronti di persone a me conosciute. Ci sono state occasioni, durante l’occupazione (del Cinema America, ndr), delle persone cacciate con la forza».

STALKING REATO GRAVE

«Anche non volendo riconoscere l’evidenza dell’aggressione fisica, che comunque ho ricevuto come si vede dal video – spiega Carocci - non comprendo come si possa difendere lo stalking in quanto pratica politica. La critica alla nostra esperienza è sacrosanta, ma non mi risulta in nessun momento della storia dei movimenti politici, che qualcuno abbia eretto a eroe uno stalker e questo è molto preoccupante, da ogni punto di vista. Penso sia più grave dell’aggressione stessa. Poi se qualcuno crede nella giustizia di strada lo facesse, ma lo stalking è diverso. Come spesso accade ora si cerca di fare il processo alla vittima».

«Affermare che un’aggressione possa essere considerata tale solo se fisica vorrebbe dire distruggere decenni di lotte femministe e contro l’omofobia – dice Giulia Flor Buraschi, sempre del Cinema America - Valerio è stato malissimo anche per la scorta che ha subito e a cui tra l’altro ha rinunciato. Ci attaccano perché sono invidiosi di ciò che abbiamo creato e perché ci identificano con il Partito Democratico: ma abbiamo sempre dialogato con tutte le istituzioni, di qualunque provenienza politica fossero, altrimenti non potremmo gestire un bene pubblico (il cinema Troisi)».

“MAI CACCIATO NESSUNO”

Quanto agli anni in cui venne occupato l’America: «C’è stata una scelta graduale di istituzionalizzarci, per la quale una parte del gruppo minoritaria ha deciso di abbandonare il percorso. Nessuno è stato cacciato per ragioni di divergenze politiche – dice Federico Croce, che da 10 anni fa parte dell’America - Le uniche persone che abbiamo dovuto allontanare collegialmente, erano soggetti che compivano illeciti oltre quello di occupare un cinema, come ad esempio spacciare».
 

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