Roma, Carocci (Cinema America): «Chi fa il mio nome per il Campidoglio vuole screditare il nostro gruppo»

Roma, Carocci (Cinema Amercia): «Chi fa il mio nome per il Campidoglio vuole screditare il nostro gruppo»
di Marco Pasqua
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Mercoledì 26 Agosto 2020, 11:33 - Ultimo aggiornamento: 11:42

«Questa edizione possiamo dire di non esserci fatti mancare nulla». Scherza, Valerio Carocci, leader del Cinema America, vittima di un'aggressione, alla fine di luglio, che si è tradotta nell'assegnazione della scorta. Una decisione della Prefettura, per tutelarlo dagli attacchi di quella parte della galassia antagonista e degli estremisti di destra, che condannano la sua vicinanza alle istituzioni e la sua collaborazione con le forze dell'ordine. «Intanto ringrazio reparto scorte e Digos per quello che fanno, anche se spero che presto la tutela non sia più necessaria», dice parlando dei poliziotti che lo seguono, giorno e notte. Anche quando, a Ferragosto, è riuscito a fuggire per 24 ore a Castelluccio di Norcia, dove si trovano le case di famiglia, danneggiate nel sisma.

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Quando, a maggio, avete annunciato di voler partire, nonostante il Covid, c'è stato qualcuno che era scettico?
«No, ma abbiamo avuto paura di gestire le 3 arene. Siamo stati coraggiosi, quando sono uscite le regole per i pubblici spettacoli, abbiamo buttato il cuore oltre l'ostacolo. Lo ammetto: si stentava a crederlo possibile».

Il pubblico vi ha aiutato?
«Senza la loro collaborazione sulle norme anti-Covid le tre arene non sarebbero state possibili. E' stato straordinario».

Chi c'è dietro le arene?
«C'è un gruppo di ragazzi, questa edizione sono 40, aiutati da 20 volontari, che non vuole far morire le piazze, del centro e della periferia».

A Trastevere la movida desta sempre preoccupazione. A San Cosimato non si sono visti gli eccessi, ad esempio, della vicina piazza Trilussa...
«Il nostro evento ha fatto da catarifrangente, ha allontanato quelle che potevano essere le frequentazioni trasteverine più dannose, non sopportabili per i residenti».

Secondo lei i controlli sono insufficienti?
«I controlli ci sono stati ma a scapito delle attività commerciali. La crisi ha fatto sì che i negozianti si siano dovuti far carico della gestione delle piazze: è sbagliato. I commercianti hanno fatto tanti sacrifici, in un periodo non facile: vanno aiutati».

Da più parti è stato fatto il suo nome come possibile candidato sindaco del centrosinistra alle prossime comunali. Che effetto le ha fatto?
«Le parole di Lucia Annunziata e Marcelle Padovani, le prime a parlarne, mi hanno fatto piacere. Tuttavia ho l'impressione che oggi si stia utilizzando l'improbabile candidatura di un singolo per screditare il lavoro di una collettività di ragazzi. Quando invece credo che la politica intesa in qualunque sua forma abbia solo un'accezione positiva».

Quindi dove si vede tra qualche anno?
«Non lo so, ma sicuramente continueremo ad adoperarci per rendere migliore la condizione di vita in questa città».

Perché dice continueremo?
«Perché squadra che vince non si cambia mai».

Cita spesso sua nonna, Mirella D'Arcangeli, assessore con Argan, Vetere e Petroselli. Che ruolo ha avuto nella sua vita?
«Mi ha cresciuto, lasciandomi libero di sbagliare. E poi ricordo che giocava sempre a solitario, ma tra una partita e l'altra, mi ripeteva spesso la citazione di Dante: Non ragioniam di loro ma guarda e passa».

Per chiudere: abbiamo visto su Instagram un suo scambio di commenti con Carla Bruni, moglie di Sarkozy...
«E' stata molto gentile con noi. Ha detto che presto verrà a trovarci...».
 

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