L'uccisione del brigadiere Cerciello, nuova perizia sulle traduzioni dei due americani

Gli imputati Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth
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Giovedì 27 Febbraio 2020, 14:42
Maria Rosaria Esilio li ha guardati negli occhi per la prima volta. La vedova del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega non aveva mai incontrato Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth, i due ragazzi americani imputati per l’omicidio di suo marito. A sette mesi dal delitto, in un’aula molto affollata, alla prima udienza del processo, si annuncia già lo scontro tra accusa e difesa. Un dato è certo: la Corte d’assise disporrà una nuova traduzione delle conversazioni intercettate a Regina Coeli il 2 agosto, il 5 e il 6 settembre scorsi. In quelle occasioni, Elder raccontava al padre e all’amico avvocato cosa fosse accaduto la notte tra il 25 e il 26 luglio. Per gli avvocati Renato Borzone e Roberto Capra nelle trascrizioni mancherebbero alcune frasi, mentre altre sarebbero stravolte. È invece sull’ammissione dei testi della difesa che la procura ha sollevato un’obiezione: Francesco Petrelli e Fabio Alonzi, legali di Hjorth, hanno chiesto di convocare anche i carabinieri accusati di avere bendato il giovane americano subito dopo l’arresto. Le liste dei testi sono lunghissime: 90 per la procura, 43 per Elder, 129 per Hjorth. Il presidente Marina Finiti ha però un’esigenza «Un processo a due ragazzi così giovani dovrebbe essere quanto più veloce possibile», dice in aula. E sull’ammissione si riserva al 9 marzo. Quando deciderà formalmente anche sulla nuova perizia.
La difesa di Hjorth chiede di potere interrogare in aula Fabio Manganaro il carabiniere che, secondo la procura, avrebbe bendato e legato Hjorth in caserma dopo il fermo. E vorrebbe convocare anche Silvio Pellegrini, il militare indagato per la foto scattata al ragazzo bendato. Inoltre sollecita la Corte ad acquisire il video girato da Varriale: un filmato che i legali, in base ad una consulenza tecnica, sostengono essere stato modificato dall’autore. L’opposizione arriva dalla procura: «Non ha senso dice Nunzia D’Elia, il procuratore aggiunto che insieme a Maria Sabina Calabretta ha coordinato le indagini - quelle circostanze riguardano un altro processo e fatti per i quali abbiamo proceduto separatamente». Ma per Petrelli e Alonzi le questioni non possono essere separate.
È stata invece la stessa procura a chiedere alla Corte di acquisire i colloqui che Elder ha avuto il 2 agosto e poi il 5, 6 e 9 settembre 2019 con avvocati e familiari e di affidare una nuova traduzione. Su questi dialoghi si fonda in parte la richiesta di giudizio immediato e in particolare sul fatto che i due ragazzi americani fossero consapevoli di trovarsi di fronte a due carabinieri in via Pietro Cossa. Così davanti ai dubbi sollevati dai legali di Elder gli stessi pm chiedono di dissipare ogni ombra. Il perito sarà un californiano, in modo che possa cogliere anche i termini in slang dei dialoghi. E per l’accusa anche tutti i file audio, i video e tutte le immagini di quella notte dovranno essere acquisiti.
La Corte ha ammesso come parti civili, oltre alla vedova del carabiniere ucciso, al fratello e alla sorella del vicebrigadiere, anche i ministeri dell’Interno e della Difesa. Pure il carabiniere Andrea Varriale, che era di pattuglia con Cerciello la notte dell’omicidio, è parte civile. E anche Sergio Brugiatelli, l’intermediario tra i due ragazzi e i pusher. I due imputati rispondono infatti anche di lesioni, tentata estorsione e resistenza a pubblico ufficiale e Brugiatelli, al quale avevano sottratto lo zaino è proprio la vittima della tentata estorsione.
 
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