Un sistema che in pochi anni gli ha permesso di creare un impero nel campo della formazione universitaria e scolastica. Un sistema che puntava ad una forte visibilità con testimonial di eccezione, campionissimi del calcio e dello sport. Un sistema che però, in base a quanto accertato dalla Procura di Roma e della Guardia di Finanza, si fondava su una sistematica evasione fiscale che in circa dieci anni ha raggiunto la cifra monstre di 140 milioni di euro. È la parabola di Cepu e del suo fondatore Francesco Polidori, finito oggi agli arresti domiciliari su disposizione del gip della Capitale.
Sequestrati 28 milioni di euro
L'indagine, denominata 'Tutoring', vede coinvolti in totale sei persone responsabili, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, auto-riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Chi è Francesco Polidori
Il ruolo di dominus «evidentemente ancora ricoperto», l'esistenza della società riconducibile a Polidori, e «lo strettissimo rapporto che l'imprenditore ha con vari soggetti (collaboratori, familiari o persone a lui vicine), che ricoprono cariche sociali nella società del Gruppo, costituiscono elementi da cui desumere certamente l'attualità del pericolo di recidivanza». L'attività di indagine ha consentito di rilevare che gli indagati, ricorrendo a vere e proprie società qualificabili come «scatole cinesi», anche di diritto estero, hanno ideato e realizzato una serie di complesse operazioni societarie, commerciali e finanziarie tra le quali la creazione di una società fiduciaria in Lussemburgo, intestata a terzi ma, di fatto, riconducibile agli indagati, mediante la quale è stata dissimulata la reale proprietà dei beni immobili e marchi, sottratti alle imprese fallite e fatti confluire in un'ulteriore società creata ad hoc, oggi sottoposta a sequestro. Gli indagati hanno messo atto, inoltre, «la distrazione di ingenti risorse finanziarie destinate a società controllate e collegate attraverso l'appostazione di partecipazioni (poi svalutate) e la concessione di plurimi finanziamenti e prestiti allo stesso dominus, a suoi familiari ed a persone a lui vicine, nella realtà mai restituiti», è detto nel provvedimento.
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