Francesco Polidori arrestato: il "signor Cepu" accusato di una maxi-evasione da 140 milioni

Francesco Polidori arrestato: il "signor Cepu" accusato di una maxi-evasione da 140 milioni
3 Minuti di Lettura
Lunedì 8 Marzo 2021, 11:36 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 18:42

Un sistema che in pochi anni gli ha permesso di creare un impero nel campo della formazione universitaria e scolastica. Un sistema che puntava ad una forte visibilità con testimonial di eccezione, campionissimi del calcio e dello sport. Un sistema che però, in base a quanto accertato dalla Procura di Roma e della Guardia di Finanza, si fondava su una sistematica evasione fiscale che in circa dieci anni ha raggiunto la cifra monstre di 140 milioni di euro. È la parabola di Cepu e del suo fondatore Francesco Polidori, finito oggi agli arresti domiciliari su disposizione del gip della Capitale. 

Sequestrati 28 milioni di euro

L'indagine, denominata 'Tutoring', vede coinvolti in totale sei persone responsabili, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, auto-riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Gli uomini del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria hanno proceduto oggi ad un sequestro preventivo di 28 milioni di euro. Tra i beni anche la sede di eCampus, società della galassia Cepu, a Novedrate in provincia di Como. L'indagine non comporta l'interruzione delle attività didattiche. Il procedimento è nato dal fallimento della società Scil srl, in liquidazione, già Cepu srl, e da quello della Cesd srl che tra il 2006 e il 2015 ha gestito su tutto il territorio nazionale le sue attività utilizzando il marchio fondato da Polidori, classe 1948, nato a Città di Castello (Perugia). Per il gip l'imprenditore ha «svolto un ruolo importantissimo sia sul punto di vista direttivo, organizzativo, anche operativo ed è stato in più occasioni persino destinatario diretto delle distrazioni di ingenti somme di denaro. Egli ha partecipato all'attività delittuosa operando da una cabina di regia in prima persona». 

Video

Chi è Francesco Polidori

Il ruolo di dominus «evidentemente ancora ricoperto», l'esistenza della società riconducibile a Polidori, e «lo strettissimo rapporto che l'imprenditore ha con vari soggetti (collaboratori, familiari o persone a lui vicine), che ricoprono cariche sociali nella società del Gruppo, costituiscono elementi da cui desumere certamente l'attualità del pericolo di recidivanza». L'attività di indagine ha consentito di rilevare che gli indagati, ricorrendo a vere e proprie società qualificabili come «scatole cinesi», anche di diritto estero, hanno ideato e realizzato una serie di complesse operazioni societarie, commerciali e finanziarie tra le quali la creazione di una società fiduciaria in Lussemburgo, intestata a terzi ma, di fatto, riconducibile agli indagati, mediante la quale è stata dissimulata la reale proprietà dei beni immobili e marchi, sottratti alle imprese fallite e fatti confluire in un'ulteriore società creata ad hoc, oggi sottoposta a sequestro. Gli indagati hanno messo atto, inoltre, «la distrazione di ingenti risorse finanziarie destinate a società controllate e collegate attraverso l'appostazione di partecipazioni (poi svalutate) e la concessione di plurimi finanziamenti e prestiti allo stesso dominus, a suoi familiari ed a persone a lui vicine, nella realtà mai restituiti», è detto nel provvedimento.


8 Marzo, Lagarde: pandemia costituisca opportunità per parità di genere

© RIPRODUZIONE RISERVATA