Roma, il declino del Centro tra topi e degrado: oggi vetrine spente per la protesta dei negozianti

Roma, il declino del Centro tra topi e degrado: oggi vetrine spente per la protesta dei negozianti
di Alessandra Camilletti
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Mercoledì 2 Ottobre 2019, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 18:46

La sedia è rovesciata nell’aiuola, il biglietto scritto a penna attaccato con il nastro adesivo: «Non toccare. Grazie. Mo’ la levo». L’aiuola è una di quelle di via Veneto, proprio di fronte al ministero del Lavoro. Dall’altra parte della strada, il Mise. Poco più su, via Campania: la sorpresa notturna è un frigorifero parcheggiato sul marciapiedi. Più giù, in via Belsiana, sotto piazza di Spagna: i commercianti hanno trovato due topi morti in strada in tre giorni. «Chiudete le porte che sta passando un topo», è ormai il grido di uno degli operatori della strada, che i colleghi rilanciano. «E poi viene fuori che i cittadini del Centro sono i più insoddisfatti della qualità della vita a Roma», reagisce un residente guardando i cassonetti stracolmi con vista Colosseo. In via Capo d’Africa, le buche vengono segnalate con lo spray. Racconti di romana quotidianità, il giorno dopo la pagella stroncante data dai cittadini con l’indagine sulla qualità della vita curata dall’Agenzia capitolina per il controllo dei servizi pubblici locali.

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«I dati emersi nell’indagine confermano quanto da noi più volte denunciato», sottolinea David Sermoneta, presidente dell’Associazione Piazza di Spagna e di Confcommercio Centro di Roma, parlando di «un’aria che comincia ad essere irrespirabile». Aggiunge: «L’inversione di tendenza si avrà solo quando la politica tornerà a confrontarsi con chi opera sul territorio. Fino a quando le amministrazioni continueranno a perseguire convinzioni personali le cose non cambieranno, se non in peggio».

Diana Molayem è stata tra i protagonisti dell’iniziativa Nastri Gialli, portata avanti con Ance. «Noi commercianti e residenti del centro storico siamo grati al Comune che siano state chiuse alcune buche presenti da anni in queste strade – dice Molayem, con riferimento a quelle segnalate proprio dall’iniziativa – Ma l’allarme rimane. In vista del Natale, oltre all’incuria dobbiamo far fronte all’emergenza rifiuti. Anche qui nel centro storico l’immondizia non viene raccolta per giorni ed è sempre pieno di topi. Chiediamo al sindaco di prendere provvedimenti e garantire le norme igieniche. In un momento così complicato per l’economia del Paese, rendere Roma più appetibile è un dovere di tutti i romani. Ma bisogna scongiurare aumenti Iva, o iniziative simili, che potrebbero essere controproducenti e risultare ancora più penalizzanti».

Proprio per oggi l’associazione Roma Produttiva ha invitato i commercianti a spegnere per due ore, dalle 18 alle 20, fari, vetrine, neon e insegne, un’azione di protesta anti-degrado per «dimostrare come sarebbero le strade cittadine senza più le luci dei negozi», spiega il presidente Giulio Anticoli. «La grande differenza – dice – la fa il territorio. I cattivi odori, le stazioni della metro A chiuse, i varchi sempre più difficili: tutti parametri che rendono le nostre strade poco vivibili. I centri commerciali sono molto accoglienti e il Centro così diventa ostile. L’iniziativa si è già allargata alle zone periferiche. E impossibile pensare a repliche ogni quindici giorni o un mese, sarà la nostra goccia».

Racconta Stefano Antonelli, artigiano al rione Monti: «La passeggiata in Centro non la fa più nessuno. Oggi (ieri, ndr) mi sono spostato da via del Corso a Fontana di Trevi e con la nuova viabilità l’aria era irrespirabile. C’è anche un problema di carico e scarico merce. Con questa linea che si porta avanti, i negozi chiuderanno. Roma è irriconoscibile da dieci anni a questa parte, anche per l’affluenza di un turismo mordi e fuggi che non rispetta le regole, i monumenti e le strade. A due passi dal Colosseo vedo lasciare in strada bottiglie in vetro e cartoni di pizza. E i residenti se ne vanno».

«Ogni volta che mi muovo sento dire dai colleghi che i rifiuti non sono stati raccolti – spiega Corrado Sacchi dalla zona di piazza della Rotonda e piazza Sant’Eustachio – Poi i bravi cittadini portano i rifiuti a casa, gli altri li distribuiscono agli angoli di strada.
Le attività hanno sempre più difficoltà a far venire clienti per via della Ztl e delle strade dissestate. E gli operatori che stanno qui da cinquant’anni trovano soluzioni per andarsene. La cosa grave è che appena un’attività di vicinato scompare, subito si insedia un mimimarket o un’attività con prodotti di basso livello. E a poco a poco anche le zone come la nostra iniziano ad assumere l’aspetto di disagio generale, di trasandato. Serve un lavoro a beneficio di tutti. L’idea di luci spente vuole porre l’attenzione alla vita vera della città, a chi qui vive e lavora».

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