Incendio a Centocelle, l'ombra del racket dietro al tunisino in fuga

Roghi a Centocelle, l'ombra del racket dietro al tunisino
di Alessia Marani Camilla Mozzetti
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Giovedì 21 Novembre 2019, 13:10
Il testimone che lo aveva visto scavalcare nel patio della Pinsa Cento55, le immagini delle telecamere nella zona della Pecora Elettrica in via delle Palme, infine le impronte lasciate sulla serranda del Baraka Bistrot di via dei Ciclamini. Sarebbero questi gli elementi in mano agli inquirenti che potrebbero incastrare Yahyaoui Fawzi, tunisino di 35 anni, indagato per gli incendi dolosi a Centocelle.

Lo straniero, che ha precedenti di polizia per spaccio e che la notte stessa del rogo alla pinseria (il 9 ottobre) era stato fermato dagli agenti delle Volanti e del Prenestino nel parco del Forte con una bottiglia di plastica trasparente contenente alcol etilico, due accendini, e degli strappi di carta igienica, venne denunciato a piede libero dal pm e da allora è uccel di bosco.

All’epoca, infatti, non sarebbe emersa la certezza matematica che avesse appiccato le fiamme al dehor di via delle Palme, sebbene un testimone avesse visto scavalcare il muretto a un uomo il cui abbigliamento corrispondeva con quello di Fawzi. Lo straniero che non aveva documenti e che vive come uno sbandato, è un senza fissa dimora e adesso è irreperibile. Forse nemmeno sa che gli investigatori dell’Arma lo stanno cercando per poterlo sentire anche in relazione ai raid incendiari. Quel 9 ottobre negò ogni suo coinvolgimento. Adesso le tracce rinvenute dal reparto Scientifico potrebbero incastrarlo.

Il gesto di un pazzo o, piuttosto, una mano armata con il fuoco da mandanti ben precisi? E in che ambito? I fari di carabinieri e Procura sono puntati sulla malavita che gestisce i traffici di droga in zona e, più in generale, che mira ad accaparrarsi il controllo del territorio in forte espansione economica: solo negli ultimi due anni nel quadrante sono stati inaugurati 20 nuovi locali. I carabinieri della Compagnia Casilina non tralasciano alcuna pista. Nel mirino anche la bande di spacciatori maghrebini che imperversano in zona. E le prime risposte certe potrebbero arrivare interrogando Fawzi, sempre che sia ancora nella Capitale.

Intanto, proseguono i Mod “Moduli operativi dedicati” per garantire maggiore sicurezza come stabilito in prefettura. Si tratta di “pattuglioni” in cui vengono impiegati 250 uomini tra polizia, carabinieri e finanza. Ieri è stata la volta del Prenestino, Colli Aniene e Appio. Solo tra via Franceschini, viale Sacco e Vanzetti e via Giordani, i cittadini hanno contato 12 check point. Ieri c‘è stato anche il debutto del Polo Volanti di via degli Alvari. Da Tor Sapienza, puntuali alle 14, sono uscite cinque “pantere” per coprire il settore B della città (più o meno da Vescovio a Romanina).

I primi interventi: liti in famiglia, una denuncia per lesioni personali e un sequestro amministrativo per contravvenzione al codice della strada. «Resta il fatto che, quando lo stesso settore sarà di competenza dei carabinieri (la città è divisa in tre settori, due dei quali sorvegliati dalle volanti e uno dall’Arma, a rotazione, ndr) - dice Andrea Cecchini, di Italia Celere - anche le volanti che escono da Tor Sapienza dovranno raggiungere le aree più lontane e quindi ci chiediamo: dov’è il risparmio chilometrico e di benzina alla base della scelta di dividere lo storico reparto di via Guido Reni?».
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