Roma, Castel Sant'Angelo il ritorno delle favelas

Roma, Castel Sant'Angelo il ritorno delle favelas
di Laura Bogliolo
3 Minuti di Lettura
Sabato 29 Febbraio 2020, 08:24
La prossima settimana i cestini da dove escono topi non potranno essere svuotati perché il camion del Servizio giardini dovrà essere sottoposto a revisione e non ce ne sono altri. A pulire i giardini di Castel Sant'Angelo, infatti, non sono gli operatori dell'Ama, ma i giardinieri «che non hanno mezzi, né sono vaccinati e si impegnano comunque molto» spiega l'architetto Michele Natoli, presidente dell'Associazione Parco di Castel Sant'Angelo. Succede quindi che per raccogliere i sacchetti si usi il mezzo con la gru che dovrebbe essere impiegato per potare gli alberi. Poi le buste vengono accumulate in un angolo in attesa che un altro camion passi a portarle via. L'altra settimana erano state momentaneamente lasciate sulla rampa che i turisti usano quando escono dal Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo. Non è stato confortante vedere i turisti rabbrividire davanti all'ennesimo spettacolo di degrado.

Eppure la pulizia è uno degli elementi centrali nei giardini occupati da decine di senzatetto e sbandati. Continuano a vivere nel parco e sembra che non possano essere mandati via, a meno che non accettino loro di spostarsi. «Lo dice la legge» spiega Natoli sempre in contatto con la polizia. Sembra assurdo, una vera beffa che non si possa fare nulla anche se gli accampamenti nascono e si espandono nel parco della Mole Adriana trasformato in una baraccopoli a cielo aperto.
E così si accumula immondizia, le panchine si trasformano in rifugi di fortuna e nelle foto scattate dai turisti fanno da sfondo panni stesi e favelas. Le fontane presenti purtroppo diventano spesso il bagno dei senzatetto. Castel Sant'Angelo è il secondo museo più visitato a Roma dopo il Colosseo, il quinto a livello nazionale. Ma i giardini non sembrano interessare al Comune a cui ne spetta la cura tanto da diventare un ottimo esempio di malagestione dell'amministrazione capitolina.

LE COMPETENZE - L'associazione formata dai residenti sta cercando in ogni modo di strappare al degrado la preziosa area. «La situazione è migliorata - dice l'architetto Natoli - siamo riusciti ad avere un filo diretto con Soprintendenza, Comune, polizia, agenti della Polizia Locale di Roma Capitale e ci ascoltano».

Natoli, in pratica, è diventato il coordinatore dei vari enti che devono prendersi cura dei giardini, ruolo che dovrebbe avere il Campidoglio. «Siamo fiduciosi - aggiunge - la prossima settimana abbiamo un incontro con rappresentanti della Soprintendenza e della Polizia Locale». Intanto il parco resta ostaggio di senzatetto, sbandati che costruiscono baracche, fanno i bisogni dove capita e sono diventati padroni dell'area. C'è anche il problema dei ratti. «A settembre l'Ama è intervenuta - aggiunge - ora dobbiamo chiedere un'altra derattizzazione ma l'ok deve darlo il Comune, ci sono topi anche vicino all'area giochi frequentatissima dai bambini».
Ci sono stati anche tempi peggiori prima dell'avvento dell'associazione che è riuscita a instaurare una collaborazione con gli enti locali. Alberi caduti e non rimossi per mesi, altri pericolanti, erba alta e cancelli sempre aperti anche di notte. Ecco perché i residenti oggi sono ottimisti anche se i problemi sono ancora moltissimi.

C'è ad esempio il tema delle telecamere, il sistema di videosorveglianza che dovrebbe aiutare a tutelare i giardini. «Non sappiamo se le telecamere funzionano e chi dovrebbe visionarle, la prossima settimana la Polizia Locale ci fornirà maggiori informazioni» aggiunge Natoli.
Siamo a un passo da San Pietro, dentro un tesoro della città che il Comune non riesce a gestire in modo organico. A fare da sentinelle restano i residenti, spesso vittime dell'incuria. «Sono caduta sui sampietrini dissestati davanti l'entrata del parco, ho riportato la frattura composta del collo del femore». Il racconto drammatico è di Serena Feneziani. «Sono stata sottoposta a intervento chirurgico, per fortuna quel giorno due turisti mi hanno aiutata e c'era una pattuglia della polizia che ha redatto un verbale su quanto accaduto». Il passo successivo sarà «la richiesta di danni al Comune che dovrebbe pensare alla sicurezza delle strade, dopotutto migliaia di turisti passano in quell'area ogni giorno». Solo grazie alle richieste dell'associazione, altri sampietrini in zona sono stati subito sistemati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA