Roma, deserta l'asta per il Casino dell'Aurora: per la dimora con l’unico affresco di Caravaggio i​l prezzo base era 471 milioni

Si ritenta ad aprile

Roma, deserta l'asta per il Casino dell'Aurora: i l prezzo base era 471 milioni di euro
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Martedì 18 Gennaio 2022, 17:41 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 17:34

Il Casino dell'Aurora, l'unica struttura superstite di villa Ludovisi, tra le residenze private più belle della Roma pre-unitaria, va all'asta. Ma il primo tentativo di vendita del complesso monumentale e dei suoi tesori, primo tra tutti l'unico affresco di Caravaggio esistente al mondo («Camerino di Giove Nettuno e Plutone o Gabinetto alchemico»), si chiude senza aggiudicazione perché «deserta». 

Casino dell'Aurora, perché è finita all'asta

Il prezzo di base era fissato in 471 milioni di euro.

Ad aprile si potrebbe procedere, quindi, ad una nuova asta con valore ribassato. All'origine della vicenda il mancato accordo tra gli eredi del principe don Nicolò Boncompagni Ludovisi, proprietario della dimora, morto nel 2018. In passato, come ha raccontato la principessa Rita Boncompagni Ludovisi alla Reuters, sia Bill Gates, sia un emiro del Qatar, avevano manifestato interesse per quello che è un vero e proprio scrigno d'arte. Nel Casino dell'Aurora, circa 2800 mq di superficie, infatti, ci sono anche le cinque sale affrescate dal Guercino e poi sculture, stucchi, statue, colonne e lo splendido giardino. Insomma, un patrimonio tale da rendere di fatto l'abitazione un polo museale. La Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma ha richiesto, tra le altre cose, il restauro dei beni architettonici ed artistici. Opere che rimarranno a carico del futuro acquirente, il cui costo è stato valutato in circa 11 milioni di euro e detratto dal valore. 

 

Cosa accade ora

La prossima asta potrebbe andare diversamente. Resta il fatto che «l'acquisto è soggetto alla condizione sospensiva del mancato esercizio della prelazione da parte dello Stato». Ed è proprio facendo leva su questa 'clausolà che già da tempo è stata lanciata una petizione su Change.org rivolta direttamente al ministro della Cultura Dario Franceschini per far sì che lo Stato italiano eserciti il diritto di prelazione in tempo utile e blocchi la vendita a privati della bellissima dimora. «Usiamo i fondi europei per salvaguardare qualcosa che è nostro. Si riconosce solo l'economia come grimaldello della società, ma, priva di creatività, la vita è diventata triste; la cultura non viene più annoverata tra le cose importanti; pare che un passato, seppur splendido, non serva più, il profitto ha serrato gli uomini in un presente privo di orizzonti - recita lil documento online che ha raggiunto quasi 39mila firme - Usiamo i fondi del Pnrr per rilevare Villa Aurora!».

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