Case a Roma, 650 appartamenti Ater sgomberati: ma nessuno vuole viverci (per paura di abitare in alloggi occupati da pregiudicati)

Solo il 10% delle abitazioni liberate è stato riassegnato a nuovi proprietari.

Case a Roma, 650 appartamenti Ater sgomberati: ma nessuno vuole viverci (per paura di videre in alloggi occupati da pregiudicati)
di Camilla Mozzetti
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Sabato 20 Agosto 2022, 07:26 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 19:36

Erano finite nelle mani sbagliate, abitate per anni da parenti di aventi diritto deceduti od occupate abusivamente da chi non ne ha mai avuto titolo. Più di un'inchiesta ha anche dimostrato come, alla base delle occupazioni illegali, ci fosse anche un vero e proprio mercato clandestino: chi si appropriava di un appartamento lo rivendeva poi alla famiglia di turno che non aveva mai fatto domanda per una alloggio popolare.

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I NUMERI
Da due anni a questa parte però, nonostante le numerose anomalie ancora da sanare, l'Ater che cura parte del complesso di edilizia residenziale popolare, ha avviato una larga operazione di riacquisizione.

I numeri sono questi: dal 2020 si è tornati in possesso di 650 appartamenti, con una media di uno al giorno. In diverse occasioni, funzionale e risolutiva è stata anche la partecipazione della Prefettura soprattutto in quei quartieri dove le case erano occupate abusivamente da membri o familiari di clan e associazioni criminali. È il caso di San Basilio ma anche di Tor Bella Monaca dove l'Ater ha potuto recuperare decine di immobili anche grazie all'intervento congiunto delle forze dell'ordine: polizia, carabinieri, municipale.


I QUARTIERI
I quartieri che più di altri sono stati interessati dalle operazioni di sgombero e riacquisizione, sono infatti, quelli di periferia. A Sanba e Torbella si aggiungono Ostia, Tiburtino III, Laurentino, Tor Sapienza, Pietralata, Val Melaina, Quarticciolo. E se da un lato, resta ancora difficoltoso il processo di riassegnazione - siamo al 10% del patrimonio recuperato - anche in ragione del timore di molti regolari aventi diritto ad entrare in case un tempo controllate dalla mala, dall'altro è stato messo a punto un sistema per bloccare le nuove occupazioni. Nello specifico per ogni immobile recuperato l'Ater, grazie ad uno stanziamento che finora ammonta a 2,5 milioni di euro, ha attivato dei particolari allarmi. Tutti gli alloggi sono protetti con sistemi anti-intrusione e di videosorveglianza. Questi sistemi di protezione degli appartamenti sono stati integrati anche con sensori interni che rilevano i cambi di temperatura e fanno scattare l'allarme nel caso appunto in cui qualcuno entri alternando le condizioni dell'immobile.

«In soli due anni abbiamo recuperato 650 alloggi Ater che per diversi motivi erano stati occupati abusivamente. Era una situazione intollerabile, a fronte di tutte le persone che da tempo erano in attesa di una casa. Oggi abbiamo fatto ordine e rimesso nel binario della legalità questi alloggi che potranno essere assegnati a chi ne ha diritto. Le case si trovano in quartieri ad alta densità abitativa - commenta il governatore Nicola Zingaretti - luoghi dove la presenza delle Istituzioni è fondamentale per la coesione sociale. Essere presenti in questi quadranti di Roma significa dare più sicurezza e possibilità di futuro a chi ci vive e all'intera città. L'impegno della Regione prosegue in questa direzione anche grazie alla fondamentale collaborazione con Ater, Prefettura, Forze dell'ordine e Amministrazione Capitolina». Quest'ultima, come ricorda l'assessore regionale alle Politiche abitative Massimiliano Valeriani «é impegnata ad accelerare questo processo e fornire un prezioso contributo».
 

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