«Sgomberare CasaPound»: asse M5S-dem, Salvini frena

«Sgomberare CasaPound»: asse M5S-dem, Salvini frena
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Mercoledì 30 Gennaio 2019, 10:49 - Ultimo aggiornamento: 16:51

Votano insieme contro CasaPound. Il M5S ha approvato la mozione presentata dal consigliere Pd Giovanni Zannola in cui si chiede alla sindaca di «intervenire presso il ministero degli Interni, il prefetto e il questore» affinché lo stabile simbolo del movimento di estrema destra a Roma, sia immediatamente sgomberato. Salvini ha risposto a stretto giro con una breve nota ricordando che tutte le occupazioni illegali vanno sgomberate ma secondo una lista già concordata con la prefettura di Roma e secondo una logica che guarda alla staticità degli edifici e i provvedimenti di sequestro emessi dalla magistratura.
Alla mozione hanno votato a favore in ventinove, solo quattro i contrari tra cui FdI e il leghista Maurizio Politi. Raggi, sul palazzo proprietà del demanio e abitato da 15 anni dagli autodefiniti «Fascisti del terzo millennio», ha ingaggiato da tempo una guerra sotterranea con Salvini. Lo scorso ottobre uscendo da Palazzo Valentini la sindaca aveva già sollecitato lo sgombero di CasaPound e ne aveva scongiurato un altro, quello dell'ex salumificio Fiorucci in via Prenestina, su input del vicesindaco Luca Bergamo che ha un'idea opposta a quella della Prefettura sugli edifici da sgomberare.

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LA LINEA
Una linea che si leggeva in controluce anche ieri in cui pubblicamente se ne è fatta una questione di mera legalità. «In quanto partito politico, CasaPound dovrebbe avere il buon senso di lasciare l'immobile autonomamente perché farebbe risparmiare ai cittadini il dispendio di risorse che uno sgombero comporta», ha detto ieri il capogruppo M5S Giuliano Pacetti spiegando il motivo dell'asse con i dem a cui tuttavia non ha attribuito troppa importanza. Ha definito il testo impreciso e l'idea esposta senza colore politico quando si sa che l'avversità a CasaPound è una, forse l'unica, ragione che riesce a far fare cartello alle sinistre più il M5S. La capogruppo M5s in Consiglio regionale del Lazio, Roberta Lombardi plaude alla mozione, e chiede al ministro: «Ti presenterai anche lì con la ruspa?».
Salvini ha ribadito che i palazzi occupati saranno liberati tutti, nessuno escluso. La mozione però non cambierà la lista degli edifici da evacuare stilata dal Viminale e basata su un preciso schema da seguire che non contempla l'appartenenza politica degli occupanti. Poche ore dopo l'approvazione della mozione infatti il ministro Matteo Salvini ha risposto così: «Libereremo tutte le occupazioni, partendo dagli edifici pericolanti, come da programma concordato con la prefettura di Roma». Su chi, come e quando sgomberare insomma non è materia su cui possano intervenire i consiglieri comunali, fa capire il numero uno del Viminale.

Le condizioni che dettano le priorità infatti sono due: l'instabilità degli edifici e le richieste di sequestro giudiziario in corso. Un binomio che non tocca lo stabile di via Napoleone III. E comunque davanti a CasaPound ci sarebbero una ventina di stabili occupati ritenuti più urgenti e da sgomberare proprio nei prossimi giorni. Nel 2016, inoltre, quando il commissario straordinario Tronca compilò una lista prioritaria di 16 immobili da sgomberare, CasaPound non figurava nemmeno. Il leader del Movimento di destra, Simone Di Stefano, ha minacciato di querelare gli autori della mozione mentre i militanti si dicono «disposti ad accettare 18 alloggi di edilizia residenziale pubblica alle famiglie occupanti». Un blitz delle forze dell'ordine (l'ultimo, su iniziativa della Guardia di Finanza per presunti danni erariali, risale a ottobre ma non ha dato esiti) sembra dunque lontano, al netto della mozione ostile votata ieri in Campidoglio.
Ste. P.
 

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