Casal Bruciato, Raggi insultata e assediata. «I rom hanno diritto a quella casa»

Casal Bruciato, Raggi insultata e assediata. «I rom? Hanno diritto a quella casa»
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Mercoledì 8 Maggio 2019, 11:27 - Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 07:38

«Questa famiglia ha diritto alla casa, non se ne andrà». Al terzo giorno di manifestazioni e proteste, la sindaca di Roma, Virginia Raggi, si presenta di persona a Casal Bruciato per far visita alla famiglia rom che da 72 ore vive blindata nella casa popolare appena assegnatale, con il terrore di uscire per non essere bersaglio di chi, Casapound in testa, da giorni protesta e ieri ha fatto bersaglio la mamma e la figlia di insulti e minacce agghiaccianti. Insulti riversati oggi anche sulla stessa Raggi, costretta a lasciare l'abitazione scortata dagli uomini della polizia sotto una pioggia di attacchi sessisti.

Oggi presidio dei centri sociali sotto la casa assegnata ai rom. A pochi metri corteo di Casapound

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Il gesto della prima cittadina ha trovato l'appoggio anche del Pd ma, a sorpresa, non quello del leader del suo Movimento, il vicepremier Luigi Di Maio. «Prima si aiutano i romani, gli italiani, poi tutti gli altri», il senso del suo ragionamento, che richiama uno degli slogan cari al collega di governo, Matteo Salvini.



Di visione contraria il M5S di Roma che si è schierato al fianco della Raggi in quella che definisce una «battaglia di civiltà». «Tutto questo deve finire - scrive il Movimento - Roma non è razzista». «Chi insulta i bambini e minaccia di stuprare le donne forse dovrebbe farsi un esame di coscienza. Non è questa una società in cui si può continuare a vivere», le parole della sindaca Raggi, che ha accompagnato dalla famiglia rom anche alcuni condomini dello stesso stabile.
 


«Restiamo qui, è casa nostra - le parole della famiglia nomade, assegnataria di un appartamento dopo 20 anni di campi rom -. Oggi i bimbi non sono andati a scuola perché hanno paura di uscire. Alcuni di loro li abbiamo portati da una mia cugina perché avevano paura». Paura di nuove aggressioni, di quelle minacce dei militanti di estrema destra e qualche residente del quartiere. Proprio sugli insulti, tra cui la frase shock «ti stupro» ieri rivolta a madre e figlia, sono al lavoro gli investigatori che stanno analizzando le immagini per identificare gli autori delle frasi sotto i riflettori. E che rischiano una denuncia per minacce e violenza privata.



Intanto il quartiere, alla periferia est della Capitale, oggi è stato diviso in due. Da una parte la manifestazione di Casapound, che da giorni staziona con un gazebo davanti al condominio in cui abita la famiglia nomade, e dall'altra il sit-in degli antifascisti, bloccati da un cordone di polizia nel tentativo di sfilare in corteo che poi è partito «Il quartiere non vi vuole», «Basta casa ai rom», gli slogan urlati al megafono dai neofascisti della tartaruga frecciata.

A poche centinaia di metri si è alzata la voce della contromanifestazione. «Fuori i fascisti dai quartieri», hanno intonato i partecipanti prima di sfilare per le strade del quartiere dopo l'autorizzazione delle forze dell'ordine. Sulle tensioni di Casal Bruciato è intervenuto anche l'Osservatore Romano, subito dopo la notizia dell'invito arrivato dal Vaticano alla famiglia nomade per un incontro domani con il Papa. Il quotidiano della Cei parla di «orribili minacce all'incolumità fisica e alla dignità di una famiglia». «Da tre giorni una famiglia rom con bambini è in ostaggio di un gruppo di estremisti che sfruttano la sofferenza per seminare odio - recita un editoriale della Caritas romana -. Una situazione che non è tollerabile. Chi chiede giustizia non può urlare, aggredire, umiliare, perseguitare».

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