Roma, ecco i sotterranei segreti delle Terme di Caracalla

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Lunedì 27 Maggio 2019, 07:43 - Ultimo aggiornamento: 08:12

Di Laura Larcan - Video Giacomo Gabrielli/Ag.Toiati

L'acqua e il fuoco, due elementi naturali che scandiscono l'anima delle Terme di Caracalla. Basta scendere a sei metri di profondità, dove l'umidità si fa più pungente, per rendersene conto. Per misurarne tutta la suggestione. Il labirinto di gallerie ipogee svela il cuore tecnologico del complesso monumentale tra i più grandi e meglio conservati dell'antichità, dove l'acqua degli impianti idraulici conviveva con il sofisticato sistema di forni, caldaie e camini che riscaldavano le vasche e guidavano il vapore alle saune. Siamo nei sotterranei delle Terme di Caracalla, in una porzione sconosciuta: negli ambienti che corrono come arterie al di sotto dell'esedra del Calidarium, complesso al centro di un lungo intervento di restauro e consolidamento condotto dall'équipe della Soprintendenza speciale di Roma Archeologia belle arti e Paesaggio, e che aprirà al pubblico per la prima volta dal 18 giugno. IL SISTEMA In questo viaggio nel ventre del monumento, che Il Messaggero ha affrontato in anteprima, ecco che si scoprono le volte colossali su strade carrabili, i basolati millenari che puntellano il pavimento, e sulle pareti sfilano i bessali originali, ossia quegli speciali mattoni quadrati marchiati con i bolli militari tipici dei materiali provenienti dalle cave dell'imperatore. Ma soprattutto appare il sistema dei cinquanta forni giganteschi: «La legna stoccata veniva issata su cesti caricati a spalla dagli inservienti che salivano sulla scala per alimentare la grande caldaia che dava acqua calda alle vasche», racconta la direttrice Marina Piranomonte. Dobbiamo immaginare il caldo infernale che riempiva questo spazio, dove migliaia di operai correvano ad alimentare i forni, mentre in superficie, nelle sette grandi vasche del Calidarium, la gente sguazzava nell'acqua calda. «L'alto gradino alla base della scala restituisce oggi l'idea che fin qui arrivavano i carri carichi di legna», osserva il soprintendente Francesco Prosperetti.

L'EVENTO
E proprio alla memoria di questo fuoco e della sua liaison con l'acqua che il maestro della video-arte Fabrizio Plessi ha progettato l'installazione di dodici videowall nel nuovo labirinto sotterraneo. Si chiama Il segreto del Tempo e si accende in un percorso di duecento metri, dove acqua, fuoco, la storia delle Terme, la figura di Caracalla, saranno al centro di una esperienza immersiva, impreziosita dalle musiche originali composte da Michael Nyman. Una mostra visitabile dal 18 giugno al 29 settembre sotto la cura di Alberto Fiz e l'organizzazione di Electa, in cui Plessi rende omaggio nel suo stile iper-tecnologico e romantico alla grande storia di Roma. Le Terme di Caracalla d'altronde valgono davvero l'esperienza. Le volle regalare ai romani l'imperatore erede di Settimio Severo, come testimonianza somma del potere dei Severi. Per realizzarle le cronache dell'epoca parlano di 9mila operai, per cinque anni di lavoro. Inaugurarono nel 217 d.C. nell'anno della morte di Caracalla. Rappresentano una meraviglia: oggi costituiscono uno skyline iconico nella passeggiata archeologica della Capitale, con strutture ancora conservate nella loro altezza. Ma non solo. L'unicità di queste terme sta soprattutto nel mondo sotterraneo perfettamente conservato, nei sei chilometri di corridoi, tra un dedalo di grandi gallerie di sei metri d'altezza per sei di larghezza, utilizzate per stoccare la legna (in ambienti perfettamente climatizzati per evitare che marcisse) e alimentare il sistema di riscaldamento dell'acqua, e una rete di gallerie più piccole per accogliere le tubazioni in piombo per il rifornimento delle vasche ma anche per smaltire i liquami fino alla Cloaca Maxima. E dalle finestre a bocca di lupo ecco che filtrano i fasci di luce a rischiarare le strutture di cui si coglie la spoliazione andata avanti per secoli, e di cui resta oggi lo scheletro titanico rivestito di calcare formatosi dopo l'abbandono nel 537 d.C., quando un velo d'acqua ha continuato a scendere.

SENZA SOSTA
«Ma quando le Terme funzionavano a pieno regime, ospitando sei-ottomila persone al giorno, dobbiamo immaginarci in questi sotterranei un lavoro senza sosta degli schiavi per tenere costantemente accesi i forni, notte e giorno», dice Piranomonte. Un sistema tecnologico che sosteneva questa piccola città di dieci ettari. Il nuovo percorso di visita regala tante suggestioni: la grande sala ipogea dove è crollata l'iscrizione marmorea che documenta i lavori di restauro condotti da Costantino, i cunicoli dei camini che immettevano vapore nelle saune, un antiquarium di marmi della decorazione originale, persino il settore di volte restaurate da Mussolini negli anni 30, quando inaugurò l'Opera a Caracalla.

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