Canale Monterano, riscoperto dall'Università Agraria l'antico "tesoro" degli Orsini di Bracciano

L'eremo nei boschi di Canale Monterano, a pochi chilometri da Bracciano.
di Chiara Rai
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Martedì 26 Gennaio 2021, 15:53

Canale Monterano “riscopre” il suo tesoro nascosto immerso tra castagni, faggi e noccioli: è l’eremo di Monte Virginio, un’imponente convento del ‘600 che proietta i visitatori in piena epoca Rinascimentale. In questi giorni, grazie alla collaborazione tra l’Università Agraria di Canale Monterano, il Comune e la Soprintendenza ai Beni Archeologici, è in corso la pulizia della strada che, da via XXV Aprile, conduce alla cosiddetta Portineria dell’antico eremo dei Carmelitani Scalzi e collega anche alle Olmate e a Oriolo Romano. Inoltre è stata installata tutta la cartellonistica turistica. Un percorso di grande importanza perché parte dell’originario progetto urbanistico degli Orsini, una delle più antiche e importanti famiglie nobili del papato romano, i cui membri (a Bracciano il loro castello è degli Odescalchi dal XVII secolo), godono tuttora del titolo di “principi di Roma”.


Il posto sembra magico e a confermarlo è l’intera comunità canalese: «Qui – dice il sindaco di Canale Alessandro Bettarelli - cielo e terra si toccano, è un luogo che va scoperto e riscoperto, per la preghiera, la contemplazione o una semplice passeggiata. Spronati dai Padri Carmelitani, abbiamo messo nuovi cartelloni per guidare chi volesse raggiungerlo e conoscerlo.

Ringrazio Valter, Fabrizio e Padre Elias per la compagnia in questa avventura». Il convento, abitato da frati, è circondato da pascoli. È tutt’ora il centro di formazione dei novizi carmelitani, accoglie giovani e adulti che cercano la vocazione o vogliono ritrovare se stessi. Il rifugio serve anche a gruppi che organizzano campi scuola e ritiri spirituali».


L’eremo nasce nei primi del ‘600 quando gli Orsini di Bracciano e di Monterano manifestarono l’intenzione di favorire la costruzione di un eremo sul Monte Sassano. La cima era chiamata così per la presenza di massi di trachite, la famosa pietra manziana, e in seguito prese il nome di Monte Virginio, in onore del fondatore del convento, per poi cambiare ancora nome in Monte Calvario dopo la costruzione di una Via Crucis. Virginio Orsini, frate carmelitano, dopo aver rinunciato ai suoi beni, convinse il fratello, il duca Paolo Giordano, a donare ai Padri Carmelitani Scalzi per avviarne la costruzione. Anche sul lago, una decina di chilometri da Monterano, in piena pandemia, c’è “movimento”. L’ ”Università Popolare del Lago di Bracciano” sta portando avanti un lavoro di “rieducazione alla bellezza”: obbiettivo sul territorio, sull’Arte e sulle tradizioni popolari che altrimenti finirebbero nel dimenticatoio. Dal 5 Febbraio ogni venerdì, dalle 18,15 alle 19,30, appuntamenti per conoscere la meraviglia dei luoghi con i racconti di Giulia Pollini, storica dell’arte.

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