Questi gli step da seguire a completamento dell’iter già esistente: confronto preliminare con le associazioni coinvolte e, se richiesto, con i rappresentanti del commercio in sede fissa per l’individuazione di possibili aree alternative; sopralluogo congiunto con le associazioni nelle zone individuate per le delocalizzazioni, finalizzato all’acquisizione di suggerimenti da parte delle stesse; individuazione delle aree prescelte con l’ausilio della Polizia Locale, che fornisce un parere preventivo sulla viabilità; a seconda delle postazioni così delineate, analisi e richiesta dello specifico parere agli uffici preposti al rilascio del nulla osta (Servizio giardini per le aree destinate al verde, sovrintendenza capitolina ai Beni culturali per i luoghi di valore paesaggistico-ambientale, dipartimento Mobilità e trasporti per zone tariffate o strade percorse dai mezzi pubblici, soprintendenza ai Beni archeologici e monumentali e soprintendenza per i Beni ambientali e architettonici per le aree tutelate dal Decreto Galasso); trasmissione degli esiti alle associazioni di categoria coinvolte per l’acquisizione scritta di eventuali osservazioni, prima della delibera di approvazione del piano di delocalizzazione; nel caso di rotazioni, invio degli atti al dipartimento Sviluppo economico, che provvede alla convocazione delle Associazioni per la scelta dei posteggi individuati; l’esecutività del provvedimento spetta invece ai Municipi nel caso di categorie diverse dalle rotazioni.
Queste indicazioni includono anche il suggerimento di impartire alla Polizia locale specifiche disposizioni sui controlli del rispetto del decoro e sulle verifiche anti-abusivismo a valle delle delocalizzazioni. «Le linee guida trasmesse ai Municipi sono state elaborate all’insegna della volontà di collaborare con tutte le rappresentanze coinvolte nel processo di delocalizzazione. Vogliamo fornire risposte ottimali per operatori, residenti e territorio. A tal fine, ho anche chiesto alla Associazioni di Categoria di trasmetterci osservazioni circostanziate rispetto ai casi di successo, da utilizzare come best practices per i procedimenti futuri», conclude Carlo Cafarotti, assessore allo Sviluppo economico, turismo e lavoro.
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