Roma, campi rom, via agli interventi dell’Esercito

Roma, campi rom, via agli interventi dell’Esercito
di Stefania Piras
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Domenica 10 Marzo 2019, 10:37
Anche al campo rom di Castel Romano arriveranno i “Dimonios” della Brigata Sassari. L’esercito chiesto a gran voce dal prefetto Paola Basilone non è ancora stato schierato ma tutti lo vogliono. Perché i roghi tossici fanno paura e le forze dell’ordine non sono equipaggiate per affrontarli. E perché l’immenso ed ennesimo rogo tossico che si è consumato venerdì a Castel Romano sembrava un teatro di guerra. I vigili del fuoco hanno impiegato più di otto ore per domarlo. Le fiamme sono divampate poco prima delle 20 di giovedì e hanno ridotto in cenere un enorme tappeto di rifiuti, lungo circa un chilometro, sparsi vicino ai container dove abitano i rom. L’immondizia ha bruciato fin quasi all’alba sprigionando sostanze tossiche e costringendo i residenti che vivono attorno a chiudere le finestre per proteggersi. Lo stesso schema si ripete negli altri campi rom dove è in programma l’intervento dell’esercito: in via Salviati e in via Salone. Ma intanto Castel Romano prima di avere un suo presidio intensivo dell’esercito, entrerà nel piano di superamento dei campi rom affiancando i campi Barbuta e Monachina. 
 
L’allarme lanciato dai residenti, riferiscono in Campidoglio, ha costretto l’amministrazione capitolina ad accelerare su un patto per la sicurezza che verrà sottoscritto a breve con l’obiettivo di stanziare fondi da destinare alla video sorveglianza. Intanto, grazie alle disposizioni della Prefettura, si sta pianificando un servizio di presidio e controllo dinamico h24 proprio per contrastare il fenomeno dei «roghi tossici» nei campi nomadi. Polizia locale, Questura, carabinieri e gli uomini della Brigata Sassari di stanza a Roma stanno mettendo a punto un modello di intervento che riesca a fermare l’attività illecita individuando tutti gli ingressi e le aree di stoccaggio illegali. L’idea è quella di sbarrare l’accesso al campo a chi introduce materiale ferroso da bruciare o altri rifiuti. Il dossier è stato preso in mano dal nuovo questore Carmine Esposito, con apposita ordinanza, sulla base di quanto stabilito in seno al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Il servizio straordinario di controllo del territorio sarà operativo al campo nomadi di via di Salone, da martedì 12 marzo fino al 2 aprile, e sarà frutto di un’attività congiunta tra polizia, carabinieri, polizia locale, a supporto dei quali saranno schierati appunto anche i militari dell’Esercito impiegati nell’operazione «Strade sicure». Per ora Raggi è riuscita a ottenere una quarantina di“Dimonios” della Brigata Sassari che saranno ingaggiati per un semestre prorogabile. Ma per capire il dramma che vive la Capitale bisogna capire che l’emergenza sanitaria dei roghi spunta oltre i campi nomadi conosciuti. L’allarme non è confinato in pochi punti della città isolati e circoscritti ai grandi campi rom. 
 
Il fenomeno dei roghi c’è anche negli insediamenti abusivi e spontanei. Ieri i residenti segnalavano fuochi e pericolose colonne di fumo nel viadotto della Magliana. Altri residenti hanno denunciato le ceneri di quei fuochi tossici accesi tutte le notti lungo viale Marconi, e quindi in pieno centro abitato. «Mai vista qui una cosa del genere. Una città fuori controllo!», scrivono preoccupati dei cumuli di cenere. Un altro rogo è stato segnalato venerdì anche fuori dalla fermata della metro B Monti Tiburtini. Poco lontano ci sono due asili nido, un asilo e una scuola elementare. Ma c’è anche un campo rom non censito dove i nomadi portano i frutti delle loro esplorazioni e pellegrinaggi in giro per cassonetti. Rovesciano tutto per strada e poi appiccano il fuoco per recuperare ferro da svendere. Mentre intorno si diffondono nubi tossiche per la salute umana. 
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