Camion bar, norma salva-Tredicine, blitz di M5s e Forza Italia in Regione

Camion bar, norma salva-Tredicine, blitz di M5s e Forza Italia in Regione
di Camilla Mozzetti
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Martedì 2 Aprile 2019, 07:46 - Ultimo aggiornamento: 17:04

Virginia Raggi promette di cambiare Roma: «Addio camion bar e bancarelle davanti ai monumenti e dalle piazze storiche». In Regione Lazio, però, alcuni esponenti del Movimento 5 stelle e di Forza Italia la pensano diversamente: «I rivenditori di bibite e gelati» dunque i camion bar devono essere riconosciuti come «attività tradizionali» e laddove fosse necessario procedere allo spostamento dei posteggi, va garantito «lo stesso ambito», ovvero la stessa zona di lavoro. Che succede? Inizierà oggi in commissione Attività produttive la disamina della proposta di legge regionale sul nuovo Testo unico per il commercio, una norma che punta a regolamentare un comparto molto ampio che contempla anche le attività svolte sulle aree pubbliche. Bancarelle, camion bar e affini tanto per intenderci. Ebbene, proprio il Movimento 5 Stelle per mano di Roberta Lombardi e Francesca De Vito insieme a 4 consiglieri del gruppo di Forza Italia (Antonio Aurigemma, Pasquale Ciacciarelli, Adriano Palozzi e Giuseppe Simeone) hanno presentato degli emendamenti al testo che sembrano favorire gli ambulanti.

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LE MODIFICHE
Nel dettaglio si tratta di modifiche suggerite all'articolo 33 della proposta di legge che parla di come regolamentare locali storici, botteghe storiche e attività tradizioni. Nel testo della proposta c'è scritto: «Rientrano nelle attività tradizionali quelle su area pubblica da almeno 50 anni denominate urtisti» che non sono altro se non i venditori di souvenir. Fine. I cinquestelle e gli azzurri hanno rilanciato chiedendo, con un doppio emendamento, di allargare il riconoscimento anche «ai rivenditori di bibite e gelati, caldarroste, libri, frutta tipica, granite, svolte continuativamente in modo documentabile dai medesimi soggetti, loro discendenti, eredi o aventi causa». Perché dare loro quest'opportunità? Lo spiega la consigliera De Vito: «Se esistono da almeno 50 anni e con tutti gli atti amministrativi autorizzati, non si capisce perché non debbano essere riconosciuti come tradizionali». Sarà forse solo una pura casualità ma lo stesso identico testo presentato dai grillini e dagli azzurri fu scritto e sottoposto alla Regione da Alfiero Tredicine lo scorso novembre quando, in qualità di presidente dell'Apre Confesercenti, fu chiamato ad esprimere un parere. Non solo.

L'eventuale riconoscimento dei camion bar come attività tradizionali è propedeutico a un altro scopo. Tra gli emendamenti protocollati dai cinquestelle (anche se la consigliera Roberta Lombardi pare aver tolto la propria firma da quelli relativi all'articolo 33 lasciando tutto in mano alla De Vito) ce n'è anche uno che sostanzialmente va a reintrodurre il principio di equivalenza per lo spostamento dei banchi. Più precisamente se gli ambulanti dovessero essere delocalizzati, anche per motivi di decoro, l'amministrazione dovrebbe garantire un nuovo posto nello stesso ambito.

«I criteri e le modalità per disporre l'eventuale spostamento delle attività tradizionali si legge nell'emendamento a firma grillina e presentato in maniera analoga anche da Forza Italia con l'accordo degli interessati, nel medesimo ambito, mantenendo la qualifica di attività tradizionale». Date le premesse il contraccolpo su Roma sarebbe enorme. I camion bar prossimi al trasloco come ha promesso la sindaca senza che ci sia ancora la delibera dell'assessore al Commercio, Carlo Cafarotti, e il piano delle nuove aree si sposterebbero al massimo di qualche metro continuando a lavorare in zone come Vaticano o Gianicolo che il Tavolo del Decoro ha definito incompatibili. Il motivo? Una legge regionale come si sa regola il quadro dentro cui può muoversi un Comune, in questo caso quello di Roma. E il rischio che tecnicamente si arrivi a questo è più che mai attuale. Se il Pd ha già fatto sapere di non votare tali emendamenti, i testi alla fine potrebbero essere approvati dall'aula grazie al voto delle opposizioni considerando che la maggioranza si tiene sul filo del rasoio e ci sarebbero almeno due consiglieri pronti a far passare le modifiche.
 

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