Camion bar, flop rimozioni: sono rimasti tutti, assedio di bancarelle nei monumenti simbolo

Camion bar, flop rimozioni: sono rimasti tutti, assedio di bancarelle nei monumenti simbolo
di Lorenzo De Cicco e Camilla Mozzetti
5 Minuti di Lettura
Lunedì 24 Giugno 2019, 00:58 - Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 01:42

I camion bar non arretrano di un millimetro, ma il Suk capitale avanza un tavolino alla volta, una bancarella di calzini e padelle dopo l’altra. In tre anni nemmeno uno degli 11.533 banchetti che spesso trasformano piazze e marciapiedi in percorsi a slalom è stato cancellato. Solo il 10% di quelli già bollati come «incompatibili» è stato trasferito.

E le 85 postazioni definite «anomale» dallo stesso Campidoglio, sono tutte lì, al loro posto. Come gli ambulanti che invadono coi loro sacchi di merce contraffatta vie e piazze del centro. O come i camion bar.
Dal 2016 a oggi i furgoni di vivande che macinano affari d’oro nei luoghi che il mondo c’invidia non si sono mossi. Imbullonati lì, alla faccia del decoro, a insudiciare la vista del colonnato di San Pietro o del belvedere del Gianicolo. Gli ordini di sfratto che erano cominciati a piovere quattro anni fa, coi grillini in Campidoglio hanno smesso di arrivare.

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Risultato: 22 torpedoni trasferiti di forza nel 2015, zero traslochi da quel momento in poi. Anzi, con gli stellati in Comune i Tredicine, la famiglia che gestisce le licenze in regime di semi-monopolio, si sono visti riassegnare fino al 2025 metà dei banchi a piazza Navona, per la storica festa della Befana che vale un tesoro. 
La stessa Virginia Raggi ha dovuto ammettere che quel poco che si è fatto sin qui è merito di chi l’ha preceduta, insomma delle «passate amministrazioni» che solitamente critica: «Addio camion bar davanti ai monumenti, ringrazio il mio predecessore Ignazio Marino per aver avviato l’iter. Avanti per il decoro», ha twittato la sindaca a fine marzo, quando la Cassazione ha definitivamente chiuso la diatriba sui mini-torpedoni, respingendo l’ultimo ricorso.




I NUMERI
Ma neanche col placet della Corte Suprema si è mosso qualcosa. Restano da riposizionare 47 furgoncini (dei 69 totali) dalle zone più centrali della Capitale. San Giovanni, Villa Borghese, il Gianicolo, la stazione Termini, l’Esquilino, San Pietro. Toccherebbe trovare, come si è fatto nel 2015, spazi alternativi, meno invasivi per la grande bellezza dell’Urbe, non necessariamente equivalenti in termini di guadagni. Perché bisogna tutelare in primis l’immagine della Capitale. A parole, appunto, perché nei fatti nulla è cambiato. Per la gioia, c’è da immaginare, dei Tredicine. Che dei 69 camion bar totali ne hanno in mano 40, fra licenze dirette e quelle intestate ai parenti.
Come sempre quando qualcosa s’ingolfa nella burocrazia, anche qui c’è un “tavolo” che si sta occupando di tutto. Il “Tavolo del decoro”. Dopo una girandola di stop & go, i camion bar sull’area del Vaticano sono stati giudicati «non compatibili». Ma di fatto nessuna procedura di spostamento è stata ancora avviata. Il Comune se la prende con i Municipi, a partire da quello del Centro che conta il maggior numero di furgoncini, accusandolo di non aver trovato altri posti. Il problema però è che posti alternativi mancano perché il territorio è saturo.

Anche sulle bancarelle che invadono piazze e marciapiedi, si va al ralenti. Mesi fa il Campidoglio annunciò un piano per delocalizzare almeno quei mercatini imbastiti in spregio al codice della strada e al Piano generale del traffico urbano, approvato nel 2015. In ballo ci sarebbero 1.278 posteggi in rotazione, finiti di recente al centro di un’inchiesta che vede indagati due Tredicine. L’ultimo censimento risale a quattro anni fa. Ciascuno dei 15 municipi di Roma avrebbe dovuto contare i banchi sul proprio territorio e indicare quali far traslocare. Ma anche quest’operazione di calcolo è in forte ritardo; solo 6 municipi hanno fatto i compiti a casa, almeno sulla carta, dividendo le postazioni tra compatibili e incompatibili. Ecco perché a oggi è stato spostato solo il 10% dei circa 600 banchi considerati contrari al codice della strada e al Piano traffico mentre ancora si deve intervenire sugli 85 posteggi «anomali», vecchie licenze che hanno una zona di riferimento ma non una localizzazione precisa. Nel 2015 ne erano stati spostati 9. Dopo, anche qui, zero. Il Campidoglio grillino si è mosso eccome, invece, per assegnare le licenze della festa della Befana, kermesse natalizia dai guadagni assicurati, a piazza Navona.

L’amministrazione Raggi si è trovata, poco dopo l’insediamento, a dover gestire il nuovo bando decennale dei posteggi. Chi l’ha spuntata? Naturalmente i Tredicine, che si sono aggiudicati 20 banchi commerciali sui 42 contati nell’ultima edizione. Con una delibera dei 5 Stelle, la storica famiglia di ambulanti ha potuto far valere l’anzianità di servizio.

LA STRETTA SUI BUS 
L’unica nota positiva, in questi anni di immobilismo e rimandi, arriva sul fronte dei bus turistici. Almeno quelli, dopo una sequela di annunci, sono stati messi al bando dal cuore di Roma: tutti fuori dal centro storico, con poche eccezioni. Per bancarelle, bibitai e mercatini di cianfrusaglie, invece l’affare continua.

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