Caldo rovina il Colosseo, i Fori Imperiali e il Vittoriano. «Danni irreversibili ai monumenti di Roma»

Il Cnr: «La Capitale è in pericolo come Venezia». Oltre al clima, sotto accusa anche lo smog

Caldo rovina il Colosseo, i Fori Imperiali e il Vittoriano. «Danni irreversibili ai monumenti di Roma»
di Giampiero Valenza
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Domenica 24 Luglio 2022, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 09:25

Il Colosseo e i Fori per un verso, il Vittoriano per un altro. Tutti i monumenti di Roma stanno soffrendo per i cambiamenti climatici e per l’inquinamento. Dall’Istituto di Scienze dell’atmosfera e del Clima del Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche, avvertono: Roma è tra le città che per concentrazione di beni artistici risente più di altre del clima impazzito, con siccità, bombe d’acqua e continui choc termici. Dopo Venezia (che entro fine secolo potrebbe avere un innalzamento del livello delle acque di 50 centimetri) la Capitale potrebbe essere, in una ipotetica classifica delle città d’arte italiane, tra quelle che ne soffrirebbero di più. 
«Ci sono effetti visibili immediati sui nostri monumenti specie dopo alluvioni e piogge intense - spiega Alessandra Bonazza, dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Cnr-Isac), coordinatrice della macroarea di ricerca Impatti su Ambiente, Beni Culturali e Salute Umana - Ma ci sono anche impatti causati da variazioni continuative e lente nel tempo. Qualche grado di temperatura in più può colpire i materiali da costruzione: seppur l’effetto non sia immediatamente visibile, può dare origine a danni irreversibili». 

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Nessun monumento è, in sostanza, immune.

Non c’è dunque solo il deterioramento del tempo che passa, ma anche il clima mutato mette il suo zampino. Sorvegliati speciali sono monumenti come il Colosseo e i Fori. Proprio per tutelarlo c’è un progetto, il Sypeah (il Sistema per la protezione e l’educazione al patrimonio archeologico), un modello che alla ricercatrice Irma Della Giovampaola è valsa una pubblicazione sulla rivista scientifica Geosciences e che ha l’obiettivo di costruire un sistema di tutela e conservazione al servizio dello sfruttamento sostenibile dei 77 ettari di parco (di cui 32 di edifici). 

Due sono i fattori che stanno colpendo i monumenti a Roma: il cambio del clima e l’inquinamento. «Particolato e polveri sottili causano effetti gravi», prosegue Bonazza, che sottolinea come l’Italia sia tra i pochi Stati d’Europa ad avere una sua strategia di monitoraggio. «A Roma ci sono tantissimi monumenti con rocce carbonatiche, marmi e calcari - prosegue - La forte irradiazione solare che scalda le superfici può creare uno stress termico e quindi portare a fenomeni di contrazione ed espansione, con il risultato di decoesioni e fratture». 
Il mix di gran caldo estivo (come quello che stiamo vivendo in questi giorni) e di gelo e grandinate invernali, e poi le bombe d’acqua, possono fare male alle rocce porose di cui sono composti i monumenti archeologici, diventando sempre più fragili. Roma, dunque, potrebbe essere tra le città più a rischio dopo Venezia? «Sì, di sicuro sono tra quelle che possono soffrirne di più», conclude Bonazza.

LO SMOG

Un lavoro delle Università della Calabria e di Catania e proprio del Cnr-Isac che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Applied Geochemistry aveva studiato i danni dello smog sulle “croste nere” dei marmi dei monumenti. Nello studio venne inserito anche il Vittoriano: tra le cause, del degrado, proprio le polveri sottili. 

 

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